Vantava una gioventù fatta di esperienze e di viaggi, seguita da una maturità inappuntabile,
un matrimonio e una figlia, adorata.
Era conosciuto perché gestiva da tanti anni il negozio di elettrodomestici nel centro di Grassaga,
dove lavorava con la moglie Grazia. Con lui collaboravano anche la madre Stella e il fratello Diego.
Ma dentro il negozio componeva. Leggeva di tutto... e componeva, in negozio e ovunque,
scrivendo veloce sullo smartphone che teneva sempre con sé, non badando ai tanti refusi che provvedeva
solo in seguito a correggere; ma assecondava l'estro.
Scrisse in dialetto, e scrisse poesie con una voce cristallina e con ispirazione autentica.
Approfondì la natura del dialetto, ne studiò le possibilità e le spiglosità, e queste ultime le addolcì
col suo modo di poetare fantasioso,
diretto e semplice. Fu attivò sui social, dove si presentò con lo pseudonimo di Evandro Della Serra,
e col quale si fece conoscere a molti, al punto che lo pseudonimo scalzò il nome; degno erede di Pessoa,
tentò di scalzare
anche lo pseudonino con altri alias di personaggi realmente esistiti (quale ad esempio Ettorino Brilli Peri), di celarsi
e manifestarsi in molti personaggi.
E fu naturale che anche per questa sua "ricchezza" in molti si accorgessero di lui.
Diventò uno dei personaggi più conosciuti e amati di San Donà di Piave, balzano nei modi, profondo nell'impegno
e nella dedizione alla poesia.
Raccolse il meglio della sua produzione in alcuni libri di qualità notevole; ne scrisse anche
uno in collaborazione col vignettista Pietro Vanessi.
Un infarto ne limitò gli spostamenti. Dopo qualche mese, la notte del 6 agosto 2016, un malore improvviso
se lo portò via.
Tra le tante testimonianze di cordoglio, quella del sindaco Andrea Cereser, che parlò di Evandro come di un "autentico scrittore che generosamente ha condiviso il dono della parola con la città".
