Storia di San Donà
attraverso documenti, foto e cartoline

1923-1945
Perseguitati comunisti e/o antifascisti a San Donà

	Illmo Sig Sindaco di
	S. Donà di Piave
La preghiamo di concedere la pubblicazione del seguente manifesto:
			Partito Comunista d'Italia
			Sezione della 3a Internazionale
			Sezioni San Donà e Musile
Operai e Contadini
 I fascisti hanno commesso ieri un atto di inaudita violenza. 
Hanno tentato di terrorizzare le pacifiche popolazioni di San Donà 
e Musile, hanno sequestrato il compagno Li Causi, hanno strappato 
a mano armata le bandiere del Sindacato Edile e del Sindacato Tranvieri 
di Venezia. Quaranta armati contro cinque inermi operai. 
Contro il fascismo gli operai e i contadini devono difendersi 
reagendo alla violenza con tutta la loro energia. Lavoratori, 
attraverso il Partito Comunista forgiatevi gli animi, per saper 
imporre al più presto il vostro 
BASTA

 S. Donà di Piave 4 marzo 1921
 Le C. E. delle Sezioni Comuniste di San Donà e Musile
 Grazie ringraziamenti
Damo Mario


Al Signor Sindaco del Comune di S. Donà di P. LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI TREVISO STAZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI ARRESTO PER MISURE DI P: S: dei COMUNISTI CELLI PIETRO E CODOGNOTTO CESARE xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx L’anno 1923 addì 2 maggio In San Donà di Piave ufficio di stazione. Noi sottoscritti SARAO ALBERICO, maresciallo, comandante la stazione suddetta, riferiamo a chi spetta, che ieri, nella ricorrenza del primo maggio, trovandoci di servizio in questa via Maggiore, abbiamo notato, che i comunisti CELLI PIETRO di GIOACCHINO e di PIRANI PAQUINI nato a BAURA (FERRARA) il 26 giugno 1896, muratore, residenti a MUSSETTA DI SOPRA, SAN DONA’ DI PIAVE, ed il compagno CODOGNOTTO CESARE, fu GIOVANNI e fu GORGHETTO MADDALENA nato a San Donà frazione MUSSETTA DI SOTTO il 10-3-1902, agricoltore i quali col loro atteggiamento dettero a sospettare, perché gli stessi, tenevano un contegno poco rassicurante, data la giornata, per cui noi maresciallo SARAO per evitare, che gli stessi potessero dar luogo a disordini e turbare l’ordine e la tranquillità dei cittadini, li invitammo in questa caserma, dove gli passammo una minuta perquisizione ed al Celli, rinvenimmo sulla persona, la tessera da comunista ed un ritratto di CARLO MARX, e nella propria abitazione, uno statuto comunista, una rassegna comunista, un libro intitolato Lo spirito di ribellione, ed uno Nel baratro della guerra, mentre all’altro, solamente un fazzoletto rosso. Cessato il pericolo, questa mattina gli stessi, previa presentazione, all’autorità di P:S: sono stati messi in libertà, significando, che per il CELLI, si fanno pratiche, per ottenere il suo rimpatrio, essendo individuo pericoloso, in linea politica. Di quanto sopra abbiamo compilato il presente verbale che rimettiamo all’ ILL. SIGNOR PRETORE DI SAN DONA’ DI PIAVE, all’IL: SIGNOR SINDACO DI SAN DONA’ DI PIAVE, ed una coppia ai nostri SUPERIORI. Fatto, letto e chiuso in data di cui sopra ci sottoscriviamo Sarao Alberico
LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI TREVISO STAZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI ARRESTO PER MISURE DI P: S: DI MARCASSA NATALE, ROSSI GIUSEPPE, COI VITTORIO, SAMASSA LUIGI, PERUH ANTONIO, VIGNOTTO SILVIO xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx L’anno 1923 Addì 3 GIUGNO In SAN DONA DI PIAVE ufficio di stazione. Noi sottoscritti, SARAO Alberico, maresciallo comandante della stazione e Appuntato GHISU LUSSORIO, della stazione di Portogruaro, e qui in servizio provvisorio, Carabinieri A.C SOTERA NATALE e DE COL LUIGI, della suddetta stazione, riferiamo a chi spetta, che in seguito alla venuta in S.DONA DI PIAVE di S.E. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, per evitare che elementi sovversivi e contrari al suo partito, avessero potuto in ogni modo, turbare, la cerimonia, ed anche che non avessero potuto fare dei complotti, contro la di lui persona, abbiamo arrestato ieri 2 giugno per misure di P.S. i sottonotati individui che sono pericolosissimi in linea politica. MARCASSA NATALE FU VINCENZO E DI MONTAGNER VALENTINA d’anni 23 bracciante da Musile di Piave, ROSSI GIUSEPPE FU GIUSEPPE E DI PASQUON MARIA d’anni 37 da Musile di Piave, bracciante COI VITTORIO FU CLEMENTE E DI MATTIA PAOLINA, nato ad Udine e qui residente d’anni quaranta meccanico, SAMASSA LUIGI FU ANTONIO E FU STEFANEL MARIA da Ceggia da anni 33 bracciante, PERUH ANTONIO FU GIUSEPPE E DI PARPINEL ANGELA d’anni 32 da Musile, bracciante e VIGNOTTO SILVIO FU ANTONIO E DI MILANI GIOVANNA d’anni 29 bracciante da San Donà di Piave. I suddetti individui previa presentazione, a questa autorità di P.S. questa sera alle ore 19:00 sono stati messi in libertà essendo cessati i motivi del loro fermo. Perché consti abbiamo redato il presente verbale che rimettiamo all'Ill/mo Signor Pretore di S.DONA DI PIAVE, una copia all’ILLmo SIGNOR Commissario Prefettizio di DI SAN DONA’ DI PIAVE, ed una ai nostri Sigg. Superiori. Fatto, letto e confermato ci sottoscriviamo Sotera Natale C a C De Col Luigi CC Ghisu Lussorio appuntato a piedi Sarao Alberico M e

LEGIONE TERRITORIALE
DEI CARABINIERI REALI
DI TREVISO


SEZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE


ALL’ILL: SIGNOR
COMMISSARIO PREFETTIZIO
SAN DONA’ DI PIAVE

San Donà di Piave 7 giugno 1923 in esito al foglio a margine, si accusa ricevuta alla S. V. ILL. delle due note di cui contro, significandone di averne presa visione. Si unisce un duplicato del verbale che questo comando aveva già inviato, circa gli arresti avvenuti in SAN DONA’, per la venuta di S:E: il Presidente del CONSIGLIO. Per quanto questo comando conosce già la disposizione di legge, citata, nel foglio 6442, se non ha avvertito la S: V:, è stato, non per trascuratezza, ma semplice dimendicanza, dato il momento di lavorio, in cui si trovava lo scrivente. Come pure quella circa il canile per il fatto, che i carabinieri erano allo scuro perché, il manifesto, non venne inviato in questa caserma, come è stato fatto l'altro anno. IL MARESCIALLO CAPO A CAVALLO COMANDANTE LA STAZIONE

(Sarao Alberico)


LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI TREVISO STAZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI ARRESTO PER MISURE DI PUBBLICA SICUREZZA DI DAMO MARIO COMUNISTA PROPAGANDISTA xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx L’anno 1924 addì 18 febbraio In SAN DONA’ DI PIAVE ufficio di stazione alle ore 15 Noi sottoscritti SARAO ALBERICO maresciallo, comandante la stazione suddetta riferiamo a chi di dovere, che ieri sera verso le ore 17,30 alcuni comunisti di questo centro fra cui il noto Mario Damo di Luigi e di BATTISTELLA Carlotta nato a San Donà il 5 marzo 1895 e ZARAMELLA LEOPOLDO di Mario Lorenzo nato a Musile il 28 novembre 1904, ebbero ad avere una colluttazione con la camicia nera della MILIZIA ferroviaria di VENEZIA, certo PETROVIH MICHELE, il quale aveva chiesto spiegazioni allo Zaramella del perché andava sparlando male della milizia, e ciò ad istigazione di alcuni fascisti locali, che egli conobbe ieri sera stessa in un ballo pubblico di questo centro. Prima che venisse la colluttazione a colpi di sedia, la camicia nera aveva dichiarato in arresto lo Zaramella, perché questi non gli voleva dire le sue generalità ed in seguito gli aveva dato anche uno schiaffo. Questo fatto avvenuto alle ore 17.30 in un pubblico esercizio molto affollato e pieno di elementi contrari alla milizia, causò il tumulto da parte dei sovversivi. In tale fatto la camicia nera riportò lievissima contusione alla sopracciglia sinistra. Intervenuta questa arma, e poiché il fatto andava assumendo un carattere piuttosto grave, per evitare maggiori conseguenze, noi maresciallo SARAO credemmo opportuno arrestare il capo dei sovversivi MARIO DAMO per misure di P.S. che col presente processo verbale, essendo scongiurato ogni pericolo, lo rimettiamo in libertà, previa presentazione a questa autorità di P.S..= Ricercammo anche lo Zaramella, ma non fu possibile rintracciarlo. Una copia del presente la rimettiamo per conoscenza anche all’Ill/mo Sig. Pretore locale ed un’altra copia ai nostri superiori. Fatto, letto e chiuso in data di cui sopra ci sottoscriviamo Sarao Alberico
LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI TREVISO STAZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI ARRESTO PER MISURE DI P.S. del comunista DAMO MARIO DA SAN DONA’ DI PIAVE xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx L’anno 1924 addì 25 febbraio, In SAN DONA’ DI PIAVE ufficio di stazione alle ore 17 Noi sottoscritti SARAO ALBERICO maresciallo comandante la suddetta stazione, riferiamo a chi spetta, che ieri, alle ore 12 si presentò in questo ufficio il sindaco di questo comune Comm: Costante Bortolotto, accompagnando il noto comunista MARIO DAMO di LUIGI e di BATTISTELLA CARLOTTA nato a SAN DONA’ il 5-3-1895, poiché lo aveva sorpreso a confabulare con un altro comunista del comune di MUSILE certo CODOGNOTTO CESARE FU GIOVANNI e fu MADDALENA GORGHETTO nato a SAN DONA’ il 10-3-1902, e fra loro s’erano scambiate delle carte, che egli dall’alto del fabbricato municipale non poté distinguere se erano giornali od altro, per cui disceso in piazza fece a tempo solo di poter fermare il DAMO, poiché il CODOGNOTTO appena scorse il sindaco se la diede a gambe e non fu possibile raggiungerlo. Poiché questo fatto fece dubitare che si trattasse di propaganda sovversiva, anche per stabilire se si trattava di altro lo scambio delle carte, trattenemmo in arresto per misure di O: P: e di sicurezza e questa mattina, avendo stabilito che fra i due vi fu uno scambio di giornali sovversivi (l’Unità e LO STATO OPERAIO) che sono permessi, previa presentazione a questa autorità di P: S: lo abbiamo rimesso in libertà. Perché consti abbiamo compilato il presente verbale in duplice copia che rimettiamo una copia all’ILL: SIGNOR SINDACO DI SAN DONÀ’ ed una copia ai nostri SUPERIORI. Fatto letto e chiuso di cui sopra ci sottoscriviamo. Sarao Alberico
R. PREFETTURA DI PALERMO Palermo, 9 Aprile 1924 Oggetto Calò Salvatore di Giuseppe nato a Palermo il 1893 = comunista = Al Signor S o t t o p r e f e t t o S. Donà del Piave Per le opportune disposizioni di vigilanza informo V.S che il comunista in oggetto si è trasferito da recente costà, in Via Regina Margherita presso la propria famiglia. Il Calò qui non ha dato luogo a rilievi circa la condotta politica e pare voglia abbandonare le idee comuniste. Comunque, di ogni eventuale emergenza, gradirò di esserne informato. p. IL PREFETTO giorgios ?
LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI TREVISO STAZIONE DI SAN DONA’ DI PIAVE Processo verbale di sequestro di giornali sovversivi per ordine dell’autorità POLITICA %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%% L’anno 1924 addì 2 maggio ore 18 In SAN DONA’ DI PIAVE ufficio di stazione. Noi sottoscritti SARAO ALBERICO, maresciallo comandante la suddetta stazione, riferiamo a chi spetta che ieri mattina, primo maggio in seguito ad ordine ricevuto con fonogramma N 131/7 del comando della TENENZA DI PORTO GRUARO, ci siamo recati in queste due edicole, per rintracciarvi il giornale (UNITA’), ma non è stato possibile averlo, poiché da informazioni avute, quelli che leggono lo ricevono direttamente dalla direzione, per cui recatici in questo ufficio postale, potemmo rintracciarne n 6 copie dirette a certo UMBERTO MASCHIETTO da Musile di Piave, noto sovversivo, che sequestrammo immediatamente, rilasciando ricevuta a questo UFFICIALE POSTALE del sequestro fatto. Perché consti abbiamo compilato il presente verbale che rimettiamo una all’ILL: SIGNOR QUESTORE DI VENEZIA assieme ai giornali sequestrati, una copia ai nostri SUPERIORI ed una copia all’ILL: SIGNOR SINDACO DI SAN DONA’ DI PIAVE. Fatto letto e chiuso di cui sopra ci sottoscriviamo Sarao Alberico
Legione territoriale dei carabinieri reali di Treviso Stazione di S.DONA DI PIAVE PROCESSO VERBALE di ARRESTO Di Marcassa Natale per misure di P.S. L’anno 1924 addì 28 ottobre in S.DONA DI PIAVE nell’ufficio di stazione ore 10 Noi sottoscritti DI NAPOLI IGNAZIO e VENDRAMIN ISIDORO entrambi carabinieri della suddetta stazione, rapportiamo a chi di dovere che, alle ore 22 d’ieri trovandoci di servizio di assistenza alla sala da ballo pubblico, sita in via Cooperative di questo centro, gestita da BRUSSOLO ALFONSO, fummo avvertiti che il comunista MARCASSA NATALE fu VINCENZO e di MONTAGNER VALENTINA di anni 24 bracciante di Musile di Piave, aveva poco prima fatto falce e martello, con un lapis, sulla parete della sala suddetta ed avendo tale atto di stato un pò di fermento da parte dei fascisti presenti, noi suddetti militari vestiti in divisa, fermammo ed accompagniamo in questa caserma il comunista suddetto rinchiudendolo nella camera di sicurezza per MISURE DI PUBBLICA SICUREZZA ed oggi col presente processo verbale lo presentiamo al locale ufficio di P.S. Copia del presente atto trasmettiamo pure all’ILL. Sig. PRETORE locale ed ai nostri SIGG: superiori per conoscenza Fatto-letto-chiuso-confermato e sottoscritto Vendramin Isidoro car a piedi Napoli Ignazio carabre av.
Legione territoriale dei carabinieri reali di Treviso Stazione di S.DONA DI PIAVE PROCESSO VERBALE di Fermo per misure di P.S. del Comunista Codognotto Cesare L’anno 19 24 addì 10 novembre ore 11 in S.Donà di Piave nell’ufficio di stazione Noi sottoscritti Mele Antonio brigadiere e Carabinieri Di Napoli Ignazio e Cavalera Quintino tutt’e tre della suddetta stazione, riferiamo alla competente autorità, per la parte che ciascuno riguarda quanto segue: Noi signor Mele verso le ore 9:00 di ieri, venimmo a sapere del Capo vigili municipali Sig. Vettori, che durante la notte passata dall’8 al 9 corrente, ad opera di ignoti sovversivi furono issati, su pali telefonici di via dei Tigli di questa città, due bandiere rosse di carta, delle dimensioni di una pagina di giornale, che presentavano falce e martello e con la scritta: Abbasso il fascismo assassino: che furono sequestrate dal prefato Capo vigili. Sospettando che l’autore di tale fatto non poteva essere altrimenti che il comunista Codognotto Cesare furono Giovanni e Maddalena Borghetto d’anni 22 agricoltore di S. Donà di Piave comandammo i su ripetuti Carabinieri per le ricerche di questi che trovarono verso le ore 14 nel proprio domicilio e lo accompagnarono in questa caserma. Qui giunto fu convenientemente interrogato in merito, ma si mantenne recisamente negativo al fatto, però il suo comportamento non ci persuase punto, tanto più che alla presenza dei militari suddetti tentò di scappare da una finestra dell’abitazione. Riprese poscia le indagini noi brigadiere Mele venimmo a sapere che le summenzionate bandiere furono preparate dal Codognotto durante la giornata dell’8, nella propria abitazione e nella notte le portò via per essere issate. Avendo tale fatto destato un po' di fermento negli elementi fascisti e poiché la presenza del Codognotto avrebbe lentamente certamente turbato l’ordine pubblico, procedemmo al fermo di Costui per misure di P. S. rinchiudendolo in questa Camera di sicurezza per essere col presente processo verbale presentato all'ufficio di P.S. locale per i provvedimenti del caso. Copia del presente trasmettiamo anche all'’Ill.mo Sig. Pretore locale ed ai nostri sigg. Superiori. Fatto, letto, chiuso in data e luogo di cui sopra ci sottoscriviamo Napoli Ignazio carab. a cav. Cavalera Quintino carab. a cav. Antonio Mele

SEGHERIE PAPA INDUSTRIE DEL LEGNO San Donà, 30 aprile 1925 Ill. Sig/ Sindaco di S. Donà di Piave La S.V.ILL. si compiacerà di prendere in considerazione quanto segue: l’anno scorso nel primo giorno di maggio, una squadra di più individui sconosciuti, e male in arnese, si presentarono nel ns/ ufficio, che è attinente al laboratorio, pretendendo di conoscere dai ns/ registri quanti e quali operai s’erano astenuti dal lavoro: si dicevano fascisti ed espressamente inviati da un tale Sig/ Donadelli per la verifica suddetta. Poiché nessuna fiducia poteva ispirare a noi questa gente sconosciuta e priva di un mandato serio, opponemmo alle loro richieste un reciso rifiuto. In seguito a ciò, e dopo un violento alterco, detti individui s’allontanarono, ma per ritornare ben tosto ingrossati di numero e con propositi minacciosi, sia per le ns/ persone che per i ns/ averi. Per un miracoloso intervento di due militi dell’Arma ed anche per il ns/ energico contegno di fronte ai violatori del ns/ domicilio, come di fronte a gruppi di operai, radunati da diverse parti, che volevano reagire, qualcosa di grave fu potuto evitare. Ammaestrati da questo precedente, crediamo ns/ dovere avvertire la S.V.ILL. perché nella previsione che la triste cosa possa ripetersi domani, sia a tempo provveduto, e nel modo adeguato come vorrà giudicare la S.V.ILL. Saremo grati alla V.S. se si compiacerà di un cenno di assicurazione in proposito, e ciò per la ns/ buona regola. Papa & Boccato Confederazione delle Corporazioni Sindacali Fasciste FEDERAZIONE MANDAMENTALE DI S. DONÀ DI PIAVE Li 1 maggio 925 OGGETTO: lettera inviata alla DITTA Papa & Boccato - San Donà di Piave Alla ditta Papa & Boccato - al Segretario Politico del partito Nazionale Fascista - al Sindaco del Comune di San Donà - - - - - - - Mentre, con tutta SODDISFAZIONE ho constatato - dal giro fatto in tutto il Mandamento - che TUTTE LE ORGANIZZAZIONI OPERAIE del Basso Piave si sono astenute da… le vecchie chiassate del 1° MAGGIO, ho, poi, dovuto deplorare che qui, a San Donà, Operai della SEGHERIA “PAPA & BOCCATO” - con tutta preparazione - hanno disertato dal lavoro. QUESTA FEDERAZIONE che da DUE ANNI lotta per rinsaldare nelle classi lavoratrici la DISCIPLINA e la FEDE NAZIONALE prende atto dell'abbandono di Lavoro degli operai della ditta Papa & Boccato come un TENTATIVO DI ASSALTO PRODITORIO contro lo STATO FASCISTA e contro la ITALIA RINNOVATA. Si invita la ditta PAPA & BOCCATO di assodare le responsabilità e di fare noti i provvedimenti adottati contro i responsabili dello sciopero attuato nel primo maggio. Con tutta osservanza IL SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE SINDACALE FASCISTA E. De Blasio SEGHERIE PAPA INDUSTRIE DEL LEGNO San Donà, 1° Maggio 1925 Illmo Sig/ Sindaco di S. Donà di Piave In relazione a quanto abbiamo avuto l’onore di comunicare ieri alla S.V.Ill. riteniamo ns/ dovere di nuovamente comunicare che questa mane gli operai del ns/ laboratorio, tranne una parte che trovansi a lavorare fuori per la posa in opera, non si sono presentati al lavoro. Ciò a buona norma della S.V.Ill. per gli opportuni provvedimenti. Crediamo dover comunicare ancora che in questo momento, si è presentato al ns/ ufficio il Sig/ Cav/ De Blasio, chiedendo a nome dei sindacati di invitare gli operai al lavoro, o di prendere immediati provvedimenti contro di essi, minacciando anche di far trovare domattina una squadra di fascisti alla porta del laboratorio, per impedire l’entrata a quelli che oggi non avessero lavorato. Questo Sig/ De Blasio ritornava poco dopo, accompagnato questa volta dal Sig/ Maresciallo dei RR.CC. per dire di far tenere in loro sede una nota degli operai alle ns/ dipendenze. Ossequienti come siamo alle leggi e rispettosi delle cose fatte in buona regola, riteniamo ns/ dovere chiedere alla S.V.Ill. se gli ordini che va impartendo il Sig/ Cav/ De Blasio sono rispondenza della volontà del comando di P.S., o se invece per l’adempienza di tali ordini non sia necessario un invito scritto dall’Ufficio della S.V.Ill/ e comunicato a mezzo gli organi esecutivi, alla quale richiesta ci faremo premura di dare evasione. Restiamo in attesa di quegli ordini che vorrà impartire la S.V.Ill. e con la più alta osservanza Papa & Boccato li 26 maggio 1925 Ill.mo Sig. Sindaco S. Donà di P. Ieri sera 25 corrente nella Trattoria “Giorgione” in Foro Boario, si sono riuniti a banchetto una cinquantina di militi e fascisti delle Sezioni di S. Donà e Noventa. Verso le ore 22.30 alcuni dei presenti, ritiensi della sezione di Noventa, si sono allontanati dal gruppo dirigendosi al Bar Centrale in via Vitt. Em. e incontrattisi con alcuni elementi sovversivi di S. Donà e Musile, dalle parole sono passati alle vie di fatto. Nel parapiglia sono partiti diversi colpi di rivoltella da parte dei fascisti che non ebbero conseguenze. Accorsi sul posto i dirigenti del Fascio locale venne ristabilita la calma. Non si ebbero a lamentare danni alle persone. Quanto sopra riferisco alla S.V.Ill.ma in conseguenza Firma San Donà 26 maggio 1925 Ill/mo Sig. P R E F E T T O V E N E Z I A Sento il dovere di riferire alla S.V.Ill/ma per gli opportuni provvedimenti quanto segue: Ieri, lunedì 25 maggio, giorno di mercato, la popolazione trascorse tranquillamente tutta la giornata senza dare il minimo sospetto che potessero verificarsi fatti determinanti il turbamento dell’ordine pubblico. Se non che ieri sera, verso le ore 21, fui avvisato a casa, che un gruppo di circa 30 fascisti di questi dintorni si erano riuniti in San Donà con un programma non bene definito ma poco rassicurante. Assunte informazioni seppi che i fascisti si erano radunati alla trattoria Giorgione, condotta dal Sig. Farnia, per salutare la partenza dei giovani coscritti, e mentre accompagnato dal Segretario del Fascio Sig. Dott. Stocchino, e dal Maresciallo dei RR.CC mi recavo nel centro del paese, mi venne data notizia di un tafferuglio seguito da pugni e rotture di stoviglie nel Bar Centrale, condotto dal Sig. Paolin. Il mio pronto intervento, assieme al Segretario del Fascio ed al Maresciallo dei RR.CC. valse a sedare ogni cosa e a tranquillizzare i contendenti, così che tutto si ridusse ad un urto senza conseguenze ed allo sparo in aria di alcuni colpi di Rivoltella, senza danno di chichessia. Ritornata la calma Ho esortato i fascisti a rincasare disciplinatamente ciò che avvenne ieri sera stessa Oggi Il paese è in condizioni normali, occorre però che i carabinieri inviati di rinforzo a questa stazione, si fermino qui per alcuni giorni. Di altri provvedimenti che ritengo opportuni le parlerò domani all’udienza accordatami telefonicamente. Col massimo ossequio. I L S I N D A C O Firma Illmo Signor Sindaco S Donà Come da ordini verbali ricevuti ieri sera pregiomi riferire A V.S.Illma quanto segue: sabato mattina giorno 9-1-26 alle ore 10.20 circa mi sono recato nella stanza degli uscieri in cerca di Moretto, il quale era assente, nel medesimo locale trovai due fascisti che chiesi a loro cosa volevano mi risposero: abbiamo da parlare col Signor Sindaco, e così dicendo il fascista Vannuccini Girolamo si spostò dal compagno e siamo posti vicino alla finestra che guarda la strada di via Margherita, e chiesi, questa sera venite all’assemblea, sì rispose veniamo tutti noi 30 squadristi, era assegneremo le nostre dimissioni, perché vogliamo fare da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, cinque sei di noi sono sufficienti per metter sotto sopra e gettar per aria tutto S. Donà. io risposi, piano, piano, lo potrete fare per poco, perché vi mettono subito a posto; riprese, noi siamo squadristi della prima ora e non abbiamo paura di nessuno; cinque di noi teniamo testa a un battaglione di soldati, io risposi – calmati, calmati, e lo lasciai, ritornando al mio ufficio. Testimoni a questi discorsi, che faceva il Vannuccini, erano il signor Coi Vittorio, e l'usciere Peretti, che potranno confermare quanto io riferisco per iscritto S.Dona, 12-1-926 Testimoni Peretti Carlo Cor… Att… firma illeggibile Vittorio Coi visto il Sindaco Bastianetto R. P R E F E T T U R A D I V E N E Z I A L’anno 1927, il giorno 12 di aprile, nella R. Prefettura si è riunita la Commissione Provinciale, per le ammonizioni, composta dai signori: 1°) COFFARI Gr. Uff. Dott. Iginio = Prefetto 2°) CORRADO Comm. Dott. Giuseppe = Questore 3°) POMODORO Cav. Avv. Matteo = S. Proc. del Re 4°) ABRILE Cav. Paolo = T. Colonn. dei CC.RR. 5°) VOLPE Cav. Giovanni = Seniore M.V.S.N LA COMMISSIONE Vista la denuncia del Sig. Questore di Venezia a carico di Zaramella Leopoldo di Mario e di Rossi Angela nato a Noventa di Piave il 28/11/1904, ivi abitante in Via _____________, siccome designato dalla voce pubblica come pericoloso Nazionale dello Stato, professando principi sovversivi che hanno per iscopo di sovvertire violentemente gli ordini Nazionali. Udite le sue dichiarazioni. Ritenuto che concorrono tutti gli estremi voluti dalla legge di P.S. in confronto del Sig. Zaramella Leopoldo per ammonirlo. Visto l’articolo 166 prima parte del Testo Unico della Legge di P.S. ha emessa la seguente O R D I N A N Z A Il Sig. Zaramella Leopoldo è ammonito con le seguenti prescrizioni: 1°) darsi al lavoro entro 15 giorni e farlo constatare all’Autorità di P.S. locale; 2°) Fissare stabilmente entro 8 giorni la propria dimora e farlo constatare nel termine suindicato all’Autorità di P.S. locale; 3°) Non allontanarsi dalla dimora prescelta senza preventivo avviso all’autorità di P.S. 4°) Non fare in qualsiasi modo propaganda di principi sovversivi o contro il regime; 5°) Non fare in qualsiasi modo manifestazioni sovversive sotto qualsiasi pretesto o prendere parte a riunioni sovversive. 6°) Non detenere presso di sé né leggere opuscoli o giornali sovversivi. 7°) Rispettare le leggi, il Governo Nazionale, e le Autorità, e non dare luogo a sospetti. 8°) Non associarsi a persone pregiudicate o sospette. 9°) Non ritirarsi la sera più tardi delle ore 19, dal 1° ottobre al 31 marzo e delle ore 21 negli altri mesi dell’anno e non uscire al mattino prima delle ore 7 dal 1° ottobre al 31 marzo e delle ore 5 degli altri mesi dell’anno. 10°) Non portare armi né detenere in caso sotto qualsiasi titolo. 11°) Non trattenersi abitualmente nelle osterie, bettole, o case di prostituzione e non partecipare a pubbliche riunioni. IL PREFETTO Coffari IL PROCURATORE DEL RE IL QUESTORE Pomodoro Corrado IL TEN. COLONNELLO DEI CC.RR. Abrile IL CONSOLE DELLA M.V.S.N. Volpe li 9 novembre 1927 Ill.mo Sig. Sindaco di S. Donà di Piave Verso le ore 6.30 di oggi, il vigile Zulian Benvenuto, di servizio in città ha tolto dei pali della luce elettrica lungo il viale dei Tigli due bandiere rosse con la scritta “morte al fascismo assassino” “ Viva la gioventù comunista” con disegnato la falce e martello. Dette bandiere sono depositate in questo ufficio assieme ad altra tolta dal casello ferroviario del passaggio a livello di Noventa da un ferroviere. Informo la S.V.Illma per dovere e per norma Con ossequi firma illeggibile Rinveniamo (busta 375 5059 anno 1939 cat. 15 cl. 7 fasc. 3) una interessante supplica della signora Tuis a Mussolini. Anche il cognome è stato italianizzato, per non infastidire gli alti papaveri. A Sua Eccellenza Benito M U S S O L I N I = CAPO DEL GOVERNO = R O M A Io sottoscritta Canzian Emilia di Francesco in Tuissi di anni 29, da San Donà di Piave, madre di tre figli in tenere età, innalzo viva preghiera alla grande bontà della Ecc. Vostra, per ottenere che sia accordata grazia a mio marito Tuissi Giovanni di Antonio di anni 30 da San Donà di Piave, e che lo stesso non sia inviato al confino, come ha stabilito la speciale Commissione della Provincia di Venezia. Il predetto mio marito che fu condannato ed ammonito, se cadde in errore, lo fu per ignoranza, non per malanimo o per minore rispetto verso il Governo e verso le istituzioni Patrie, e io da buona e fedele madre italiana, posso per lui e per tutta la mia famiglia assicurare la massima fedeltà e la più rispettosa sottomissione alle autorità e al governo fascista. Eccellenza, Quando mio marito ebbe notizia di essere stato condannato al confino, con atto disperato tentò di sopprimersi e fu salvato per puro caso. Ora invoco dalla Ecc. Vostra con tutta l’anima mia straziata dal dolore, un atto di clemenza, assicurando che se mio marito sarà lasciato all’affetto della sua famiglia e dei suoi figli, sarà buon padre e ottimo cittadino, e si metterà come già promise a disposizione dell’Autorità. Lo stesso signor Podestà potrà confermare quanto io affermo con sicuro animo, relativamente al contegno di mio marito che ritornando cioè in seno alla famiglia si darà a stabile lavoro per mantenere i suoi figli. Confido nel grande e generoso animo della Ecc. Vostra che vorrà accordare la grazia che chiedo, ed assicuro la mia fedeltà e la mia massima devozione. San Donà di Piave, Lì 4 febbraio 1928 = anno VI ZARAMELLA MARIO S. DONA’ DI PIAVE = MUSILE li 16/2/28 – Anno VI° Sig. Maresciallo R.R.C.C, S.Donà Il sottoscritto, Zaramella Leopoldo di Mario, vigilato speciale, fa domanda alla S.V.illustrissima affinché voglia, per ragioni di lavoro, concedergli un'ora oltre l'orario stabilito dalla carta di permanenza. dopo il giorno 26 c.m. il sottoscritto rientrerà con l’orario stabilito dalla carta di permanenza. Con ossequi L. Zaramella o – o – o – o – o – o Legione territoriale dei carabinieri reali di Padova Stazione di San Donà di Piave San Donà, li 16 febbraio 1928 Oggetto: domanda di ZARAMELLA Leopoldo di Mario All’ILL° SIGNOR PODESTA DEL COMUNE DI S.DONA DI PIAVE Trasmetto a V.S.Ill^ l’unita domanda avanzata dal vigilato speciale Zaramella Leopoldo, tendente ad ottenere l’autorizzazione di rincasare alla sera, un’ora dopo quella stabilitagli sul libretto di permanenza. Poiché la domanda è motivata per ragioni di lavoro, quest’Ufficio non ha nulla in contrario affinché la concessione gli venga accordata. IL MARESCIALLO MAGGIORE COMANDANTE DELLA STAZIONE (Scoccia Giuseppe) LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI PADOVA STAZIONE DI S.DONA DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI fermo per misure di P.S. del pregiudicato Buzziol Giovanni. L’anno 1928, addì 28 febbraio, in San Donà di Piave, ufficio stazione noi sottoscritti Masiero Erminio carabiniere a p. e simile Basso Giorgio, il primo della suddetta stazione e il secondo di quella di San Michele al Tagliamento ed il servizio provvisorio in questa virgola riferiamo a chi di dovere che ieri sera 27 corr. Verso le ore, si è presentato nel nostro ufficio una donna, la quale tutta spaventata, ci dichiarava che certo iniziò a Giovanni di Giovan Battista e di munato Celeste nato a Cessalto il 15 agosto 1891 e qui domiciliato in contrada mattanuse (non sembra antifascismo, ma altro) LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI PADOVA STAZIONE DI S.DONA DI PIAVE PROCESSO VERBALE DI vane perquisizioni passate ai domicili di MORETTO Alessio, Maschio Gino, Olivo Alessandro e Boscariol Mario. ============================================================== L’anno 1928 addì 29 Febbraio anno VI° in S. Donà di Piave, Ufficio Stazione.= Noi sottoscritti App: a piedi FAVARO Ugo e Carabiniere MASIERO Erminio, il primo della Stazione di Portogruaro ed in questa in servizio provvisorio ed il secondo della suddetta, riferiamo a chi di dovere quanto segue: Questa mattina in seguito ad ordine telefonico del Sig. Podestà di questo comune abbiamo effettuato le sottonotate perquisizioni domiciliari allo scopo di rinvenire manifestini od opuscoli sovversivi ai nominati MORETTO Alessio fu Pietro e di Montagner Gina nato a S. Donà di Piave il 24/10/1900 ed ivi domiciliato via Calvecchia (assistiti dal fratello Giuseppe di anni 26), MASCHIO Gino di Mario e fu Boccato Ida nato a S. Donà di Piave di anni 16 e fratello Bruno di anni 18 (assistiti dalla madrigna Montesco Gina), OLIVO Alessandro di Antonio e di Berto Giuseppina nato a S. Donà di Piave il 1° settembre 1903 ed ivi domiciliati in via Calvecchia (assistiti dalla madre), BOSCARIOL Mario fu Giuseppe e di Casagrande Maria nato a Mogliano Veneto il 13 dicembre 1905 e domiciliato a S. Donà di Piave centro. Le suddette perquisizioni dettero esito negativo. Di quanto precede abbiamo compilato il presente atto verbale in triplice copia che rimettiamo una all’Ill/mo Sig. Pretore di S. Donà di Piave, una seconda ai nostri Sigg. Superiori ed una terza al Podestà del Comune di S. Donà di Piave per conoscenza. Fatto, letto, confermato e sottoscritto. Firme LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI PADOVA STAZIONE DI S.DONA DI PIAVE all’Illmo Sig. Podestà di S.Donà di Piave 30 ottobre 1928 PROCESSO VERBALE di fermo di Zaramella Leopoldo di Mario per motivi di P.S. L’anno 1928 (7°) addì 29 del mese di ottobre, in S.Donà di Piave, Ufficio stazione. Noi sottoscritti Scoccia Giuseppe Maresciallo Maggiore comandante la suddetta stazione e appuntato Poci Cosimo della medesima, riferiamo a chi di dovere che in seguito ad ordini scrupolosi, al benestare della R. Questura di Venezia, ed allo scopo di garantire l’ordine pubblico nella ricorrenza della marcia su Roma, abbiamo proceduto verso le ore 20 del giorno 27 corrente al fermo di Zaramella Leopoldo di Mario e di Rossi Angela nato il 28 novembre 1904 a Musile di Piave e residente a San Donà di Piave,il quale venne rinchiuso nella camera di sicurezza di questa caserma. Alle ore 6 di stamane, essendo cessate le cause per le quali il predetto venne fermato, è stato rimesso in libertà. Perché consti abbiamo compilato il presente atto verbale in triplice copia di cui uno lo inviamo all’Ill° Signor Pretore di questo Mandamento, altro all’Ill° Signor Podestà di questo Comune e l’ultimo ai nostri Sigg.Superiori. Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra Poci Cosimo appuntato Scoccia Giuseppe M. M. LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI PADOVA STAZIONE DI S.DONA DI PIAVE all’Illmo Sig. Podestà di S.Donà di Piave PROCESSO VERBALE DI arresto per misure di P.S. di PASTRELLO Angelo, CALO’ Salvatore, SALMASI Olindo, MARCASSA Natale e TUIS Giovanni. L’anno 1930, 8^ E.F., addì 3 Gennaio, in S.Donà di Piave, Ufficio Stazione, ore 14. Noi sottoscritti SCOCCIA Giuseppe Maresciallo Maggiore, Appuntato POCI Cosimo e Carabiniere NORANDINO Alfredo, tutti della suddetta Stazione, riferiamo a chi di dovere quanto segue: Volendo mettere in esecuzione l’ordine della R. Questura di Venezia pervenutoci per tramite della Tenenza dei Carabinieri Reali di Portogruaro, abbiamo ricercato i nominati MARCASSA Natale fu Vincenzo e di Montagner Valentina nato a Musile di Piave il 23 settembre 1900 ed ivi domiciliato, comunista, SALMASI Olindo di Umberto e di Brotto Luigia nato a San Donà di Piave il 24/10/1905 e domiciliato a Musile di Piave, carrettiere comunista, CALO’ Salvatore di Giuseppe e di Milano Caterina nato a Palermo il 10 aprile 1893 e domiciliato a S. Donà di Piave, muratore comunista, TUIS Giuseppe di Antonio e di Iseppi Maria, nato a S. Donà di Piave il 26 settembre 1898 ed ivi domiciliato, bracciante, ex confinato politico e, trovati i suddetti nella giornata di ieri 2 corrente, li abbiamo accompagnati nelle camere di sicurezza della nostra caserma per essere tradotti nelle Carceri Giudiziarie di Venezia, a disposizione della R. Questura di detta città. Soggiungiamo che non ci è stato possibile trovare gli altri comunisti GRANZOTTO Mario Di Pietro, CODOGNOTTO Cesare fu Giovanni e ZARAMELLA Leopoldo di Mario, per le ragioni riferite con separato rapporto. Abbiamo proceduto al fermo e lo traduciamo anche a Venezia a disposizione della stessa autorità, del nominato PASTRELLO Angelo Di Giuseppe e di Oricoli Agata nato in Brasile Il 16 maggio 1899 e domiciliato a S.Donà di Piave, perché ieri due corrente si presentava nel nostro Ufficio richiedendo con insistenza il visto per recarsi a Roma. E poiché trattasi di pregiudicato già ricoverato in manicomio abbiamo trattenuto in quanto è conosciuto per uno squilibrato […] quattro copie di cui una con gli arrestati la rimettiamo al Carcere Giudiziario di Venezia per il recapito alla R. Questura, la 2a all’Ill° Sig. Pretore di questo Mandamento, la terza all’Ill° Sig. Podestà locale e l'ultima ai nostri Sigg. Superiori. Fatto, letto, confermato e sottoscritto, in data e luogo di cui sopra Norandino Alfredo carabiniere Poci Cosimo appuntato Scoccia Giuseppe MM GUIDO TERZI 3 febbraio 1930 Ill.mo Sig. Comm. Dott. costante Bortolotto S. Donà di Piave Ill/mo Commendatore Mi pregio comunicarle con soddisfazione che il ricorso anzi la domanda in Grazia da Lei in entrata a S.E. IL CAPO DEL GOVERNO nell'interesse del confinato politico Momesso è stata accolta. Nel mentre Le rinnovo i miei ringraziamenti per il suo sollecito interessamento, sarà mia cura di farLe pervenire direttamente dalla famiglia graziata i sensi della loro riconoscenza al Capo del Governo e a Lei che ha voluto ancora una volta intervenire con prontezza a sollevare la famiglia che sospirava la venuta del loro caro. Il Governo fascista e i dirigenti non dimenticano alcuno, quando sia giusta la causa. Con il massimo ossequio. Guido Terzi Relazione della casa penale di Parma Foglio di informazioni relativo al Condannato Zanutto Emilio di Giovanni Matricola 9414 1. Professione e grado di capacità Falegname – buon operaio 2. Cognome, nome, età, luogo di nascita e residenza della moglie Celibe 3. Nome età e residenza dei figli Nessuno 4. Precedenti morbosi nelle famiglie dei genitori (casi di pazzia, suicidio, alcolismo, sifilide, tubercolosi ecc…) Solo la madre morì per meningite tubercolare 5. Precedenti morbosi del condannato (casi come al numero 4) malattie dell'infanzia Niente risulta di materiale. 6. Precedenti morali e criminalità nelle famiglie di genitori Famiglia di buoni ed onesti operai 7. Precedenti morali del condannato in famiglia, alla scuola, sul lavoro, nella vita militare Taciturno in famiglia. A scuola diligente. Sul lavoro attivo e affezionato. Non fu militare perché riformato, credo per una forma di psoriasi. 8. Condizioni economiche della famiglia Poverissime S. Donà di Piave 22 Aprile 1932 X (B. 375 5059 anno 39 cat. 15 cl. 7 fasc. 3) REGIA QUESTURA DI VENEZIA Venezia, 23 agosto 1932 anno X OGGETTO Pancino Umberto Fu Giuseppe e di Natali Albina nato a Portogruaro il 13 ottobre 1874 residente a S. Donà di Piave Signor Podestà S.DONA’ DI PIAVE Il suindicato individuo il 28 giugno u.s. venne fermato a Candia Lomellina per misure di P.S. e perquisito sulla persona fu trovato in possesso di una lettera indirizzata a certo Casagrande Ludovico a Marsiglia, con la quale gli comunicava di aver ricevuto un opuscolo e lo consigliava di non ritornare in Italia dove la classe operaia si trova nella più squallida miseria. Aggiungeva infine frasi irriguardose verso il Regime, formulando l'augurio di un prossimo mutamento della situazione politica. Nell'interrogatorio subito il Pancino dichiarò di professare teorie sovversive e di farne anche propaganda, quando se ne presenta l'occasione. Il Pancino per i fatti sopra esposti fu denunciato alla Commissione Provinciale di Pavia che con ordinanza in data 2 andante lo ammonì per un biennio. Per assicurare il rimpatrio ho disposto che il Pancino qui tradotto da Pavia, sia fatto proseguire per costà con la traduzione ordinaria dell’Arma e presentato alla S.V. Trasmetto la copia del foglio di sottomissione all’ammonizione con le relative prescrizioni. IL QUESTORE REGIA QUESTURA DI VENEZIA 9 settembre 1932 anno X OGGETTO Bortoletto Giovanni fu Giuseppe signor Podestà di SAN DONÀ DI PIAVE e per conoscenza comando CC.RR, SAN DONÀ DI PIAVE e il signor commissario di P.S. Capo di gabinetto V E N E Z I A in pari data è stato dimesso dal carcere di Pallanza il pregiudicato in oggetto per espiata pena di anni due di reclusione di cui fu condannato dal tribunale speciale con sentenza del 10-3-1931 per il reato cui all’articolo 4 legge PSN 2008 del 25-11-926. Il Bortoletto è stato sottoposto alla libertà vigilata per la durata di anni tre in forza della sentenza suddetta e poiché egli ha dichiarato di abitare in codesto comune l’o invitato a presentarsi in codesto ufficio con preghiera di accertarne il domicilio e provvedere per l’opportuna vigilanza sul conto di lui. Unisco copia del verbale di diffida e resto in attesa di conferma per la regolarizzazione di questi atti. Pertanto avverto che oggi stesso il Bortoletto è stato munito di foglio via obbligatorio e mezzi di viaggio con ingiunzione di presentarsi a V.S. entro un giorno. gradirò essere informato in caso di inadempienza. IL COMMISSARIO DI P.S. (dirigente la 2^ Div.) REGIA QUESTURA DI VENEZIA 14 settembre 1932 anno X OGGETTO Zanutto Emilio di Giovanni. Sig. Podestà di S.DONÀ DI PIAVE e P.C. Comando Stazione CC.RR, S.DONÀ DI PIAVE “ “ ILL.mo Sig.Commissario Capo di gabinetto V E N E Z I A In data 30-8-u.s. è stato dimesso dal carcere di Parma il pregiudicato in oggetto per espiata pena di anni Due reclusione di cui fu condannato dal Tribunale Speciale con sentenza del 10-3-931 pel reato di appartenenza a partito comunista. Il Zanutto è stato sottoposto alla libertà vigilata per la durata di anni Tre in forza della sentenza di cui sopra e poiché egli ha dichiarato di abitare in codesto Comune l’ho invitato a presentarsi in codesto Ufficio con preghiera di accertarne il domicilio e provvedere per l’opportuna vigilanza sul conto di lui. Unisco copia del verbale di diffida e resto in attesa di conferma per la regolarizzazione di questi atti. In pari data lo Zanutto è stato munito di foglio di via obbligatorio e mezzi di viaggio con ingiunzione di presentarsi a V.S. entro giorni uno. Pregasi avvertire in caso di inadempienza IL COMMISSARIO DI P.S. (dirigente la 2^ Div.) IllmoSignor Podestà Essendo più volte venuto per avere da lei un piccolo colocchio, quale non avuto, pensai di ciò che mi riguarda, pensai di inviarli la presente, Sperando che la S:V:I. mi vorrà ascoltare, E prendere provvedimenti al mio riguardo. Dalla S.V.I. sono venuto più volte presentato chiedendogli drazia di volersi Interessare al mio riguardo, ch’io ebbi da lei per affermazione che non verò più disturbato, cosa che a me non mi risulta, perché qui nel periodo di un mese fui arrestato ben due volte sotto accusa di essere un sovversivo, parola ch’io non conosco nemmeno il significato, il primo arresto fu di giorni quattro, secondo di giorni sei, complessivo di giorni dieci, facendomi perdere tali giornate di lavoro, e ora licenziato per tale. Io mi domando quando finirà? dietro ordine suo virgola fu spedito dalla Cur.?.e atto di Sottomissione a Lipari, che io sottofirmai senza esitare, e con vero animo Italiano, anche mi fu ridotto la pena di due terzi onde la ringraziai, per il suo intervento, non appena ritornato, mi presentai dalla S.V.I. chiedendogli per favore se potesse assegnarmi al Fascio, rencrescendone ma detto non si può. Dunque quale altra mancanza io comisi per essere trattato in tal modo? La prego di volersene interessare, non solo per il mio benessere va bensì per la mia numerosa famiglia che tengo a carico, che aspetta di mangiare con il mio guadagno, io credo che la S.V.I. sia l’unica che possa mettere fine a questa facenda. Assicurandola nel modo più assoluto, ch’io non sono il tale come mi descrivono, ma bensì un onesto operaio, è un buon cittadino Italiano, con vero animo fascista. Saluti Fascisti Giovanni Tuis S. Donà li 10-9/932 (B. 375 5059 anno 39 cat. 15 cl. 7 fasc. 3) OGGETTO Sanvido Mario fu Giacomo e fu Trevisan Cecilia, nato a Treviso il 16/2/91, bracciante, separato legalmente dalla moglie N. 5562 di Protocollo Alla R. Q U E S T U R A di TREVISO Biglietto Postale di Stato Urgente San Donà di Piave, 27 giugno 1934 anno XII° Il Comandante la locale stazione dei RR. Carabinieri con lettera 22 corr. N.° 2999, mi comunica che il repubblicano schedato in oggetto distinto, non avente qui stabile occupazione e che si accompagna ad elementi politicamente sospetti ed a pregiudicati, lascia molto a dubitare sui proventi del suo sostentamento, ed è pure ritenuto capace di commettere reati contro la proprietà e sospetto di mantenere contatti con pregiudicati di fuori ai quali fornirebbe indicazioni sulla ubicazione di negozi ed abitazioni di qui, dove poi verrebbero commessi dei furti. In relazione a quanto sopra mi pregio comunicare a codesta R.Questura che in data odierna è stato, da questo Ufficio, munito di foglio di via obbligatorio il Sanvido suddetto, al quale è stato ingiunto l'obbligo di presentarsi a codesto on. Ufficio nel termine di giorni uno, con diffida di cui all’articolo 157 della legge di P.S. Prego volermi avvisare in caso di inadempienza IL PODESTA’ UFFICIALE DI P. S. D E C R E T O = Prescrizioni Libertà Vigilata IL GIUDICE DI SORVEGLIANZA DEL TRIBUNALE DI VENEZIA Vista la sentenza del Tribunale Speciale in data 28/1/1932 con la quale Pacquola Gordiano Antonio fu Domenico venne sottoposto alla libertà vigilata; Visti gli atti e le informazioni assunte; Poiché si ritiene opportuno imporre le seguenti prescrizioni, idonee ad evitare l’occasione di nuovi reati; Visti gli articoli 228 C.P. e 648 II°Cap. P.P. In aggiunta alle prescrizioni imposte dal giudice di sorveglianza di Roma in data 8/10/1934 I M P O N E al sunnominato per la durata minima della libertà vigilata, in dipendenza del provvedimento sopra indicato le seguenti P R E S C R I Z I O N I a) Obbligo di darsi a stabile lavoro nel comune nel quale riterrà di richiedere per dedicarsi al lavoro e che denunzierà all'autorità di P.S. all’atto della sottoposizione alla vigilanza; b) Divieto di trattenersi fuori della propria abitazione nelle ore notturne od in altre ore da stabilirsi dall’Autorità di P.S. in relazione alle esigenze del lavoro a cui si dedicherà il vigilato; c) Divieto di associarsi abitualmente a persone pregiudicate; d) Non cambiare le abitazioni prescelta per la vigilanza senza l’autorizzazione dell’Autorità di P.S. e la residenza o dimora senza autorizzazione del GIUDICE DI SORVEGLIANZA; e) Non frequentare ambienti equivoci, osterie o pubblici spazi di bevande alcooliche; f) Non ubbriacarsi e mantenere buona condotta; g) Presentarsi alla AUTORITA’ di P.S. TUTTE LE DOMENICHE o in altri giorni ed ore da stabilirsi dall’Autorità di P.S. in relazione ad esigenze del lavoro del vigilato; h) Conservare con diligenza la carta precettiva e presentarla ad ogni richiesta della autorità; i) Non frequentare la compagnia di individui e gli ambienti politicamente sospetti; l) Non leggere né detenere giornali o stampati sovversivi m) Non svolgere attività sovversiva o comunque in contrasto con le direttive del governo; n) Non fare propaganda contro i poteri dello Stato; o) Rispettare le autorità costituite e non dar luogo a sospetti. Venezia, 19 ottobre 1934 XII° p. IL GIUDICE DI SORVEGLIANZA firma illeggibile REGIA QUESTURA DI VENEZIA Venezia, 27 ottobre 1934 anno XII OGGETTO Pacquola Giordano fu Domenico e di Bortoluzzi Luigia nato S.Donà di Piave il 15/1/1907 Sig. Podestà di S. DONA’ DI PIAVE e p.c. Comando stazione CC.RR S. DONA’ DI PIAVE L’individuo in oggetto giunto in traduzione da Civitavecchia dimesso da quelle carceri per fine pena di anni 14 reclusione cui fu condannato dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato con sentenza 28/1/1932 è stato il 24 corrente munito di foglio di via obbligatorio e mezzi di viaggio con ingiunzione di presentarsi alla S.V. entro giorni uno. Il Pacquola con la stessa sentenza è stato condannato a tre anni di libertà vigilata ed è stato da questo Ufficio munito della carta precettiva. Trasmetto tre copie di verbale di sottoposizione con preghiera di farvi opporre la firma al Pacquola dopo di che uno sarà trattenuto costa, una inviata al Comandante la stazione dei RR.CC. e una restituita a questo Ufficio. Allego copia del decreto di prescrizione. IL QUESTORE Firma illeggibile Rispettabile autorità Comunale Cav. Sig. Fabris Ing. Sig. Conti Alle S.V.Ill.me ne sarò di disturbo, ma come devo fare altrimenti? Dalla mia vita non ho più alcuna speranza purtroppo dovrò ritenella perduta come diverse altre, così la mia vita non e di libertà come m'aspetta, da buon cittadino italiano, e da onesto operaio. In Africa O. non posso andare mentre ero lì chiesto uno dei primi operai al montaggio di hangar di urgenza alla nostra brava Areonautica, a Tripoli nemmeno, e ora nemmeno nell'interno del Regno, io mi domando, che intenzioni hanno su di me? Non si sono accorti che dietro a me tengo altre sei persone innocenti; che solo da me aspettano per sfamarsi? Vogliono con questo suo agire su di me, a farmi commettere qualche pazzia? Non credo che questi siano i ordini emanati dal nostro Duce, ma non può essere, che lui voglia vedere una famiglia nella più squallida miseria per tali motivi, egregi Signori notino che la mia famiglia per tale motivo si trova priva anche del cibo più misero, sarò costretto a trattenere da scuola anche i miei figli perché vadino a chiedere l'elemosina onde trovidano da sfamarsi, cosa mai verificata a finché io potevo girare e lavorare, ora mi costringono a rimanere, e rimanerò, ma a che fare? Quello che mi resta da fare per ora e questo, di rivolgermi alle loro Signorie pregandole, e supplicandole come feci più volte, reclamando il posto del mio vecchio padre ora collocato a riposo, ma nulla valsero, e ciò mi fa pensare, che non solo le ditte che realmente non mi conosce non mi voliono, ma che anche loro non ne pensano di avermi sotto la sua protezione. Egregi signori, con la presente fo appello alle di loro coscienze, loro che sono giudici del mio caso, non hanno in alcun modo di venirmi in aiuto? Non per osservare, ma anche oggidì ce qualche operaio che lavora alle dipendenze Comunali che forse non avrà, chiamiamolo così, sequestro di persona, mille altre cose alle S.V.Ill.me avrei da dirgli, ma volio essere corto, e con la unica speranza che mi resta invio alle S.V.Ime vivi ringraziamenti. Devotissimo Tuis Giovanni S.Donà di Piave 11 marzo 1936 a. XIV REGIA PREFETTURA DI VENEZIA L’anno 1937, addì 17 del mese di maggio, negli uffici della R. Prefettura di Venezia, si è riunita la Commissione Provinciale, per le ammonizioni, composta dai signori: 1°) Conte comm. dott. Emanuele Quarelli = Vice Prefetto 2°) Comm. dott. Pietro Pagani = Procuratore del Re 3°) Comm. dott. Federico Rendina = Vice Questore 4°) Cav. uff. Leo Franca = Console M.V.S.N. 5°) Cav. uff. Gino Guerrini = Comandante Gruppo CC.RR. LA COMMISSIONE Letta la denuncia del Questore di Venezia, dalla quale si rileva che Chinaglia Vincenzo detto Bruno di Oreste e di Ferrari Maria, nato a Noventa di Piave il 10/1/1910, residente a San Donà di Piave, panettiere; è elemento pericoloso, per avere esplicato attività contraria all’ordine Nazionale dello Stato; Ritenuto che dagli elementi emersi al suo carico concorrono in confronto di Chinaglia Vincenzo tutti gli estremi voluti dalla vigente Legge di P.S. per sottoporlo all’ammonizione; Udite le dichiarazioni rese a sua discolpa da Chinaglia Vincenzo le quali non modificano quanto è emerso al suo carico; Visto il disposto degli art. 164 e seguenti del nuovo testo unico delle leggi di P.S., hai messo la seguente ORDINANZA CHINAGLIA Vincenzo è ammonito con le seguenti prescrizioni: 1°) Darsi a stabile lavoro nel termine di giorni 8 e farlo constatare alla autorità di P.S. locale; 2°) Fissare Stabilmente la propria dimora nel termine di giorni 8 e farlo constatare alla autorità di P.S. locale; 3°) Non abbandonare la dimora prescelta senza darne avviso preventivo all’autorità di P.S. 4°) Astenersi da ogni attività o manifestazione di carattere sovversivo e fare propaganda di idee sovversive; 5°) Non detenere presso di sé, né leggere giornali, opuscoli o altri stampati di carattere sovversivo; 6°) Non portare armi o detenerne in casa sotto qualsiasi titolo o pretesto; 7°) Non prendere parte a riunioni o manifestazioni pubbliche; 8°) Non accompagnarsi a persone pregiudicate, sovversive o comunque sospette; 9°) Rispettare le leggi, il Governo Nazionale, le Autorità, serbare buona condotta morale e politica e non dare comunque motivo a sospetti sul suo conto 10°) Non frequentare locali di pubblico spettacolo e non trattenersi abitualmente nelle osterie, bettole, caffè e case di prostituzione; 11°) Non rincasare la sera più tardi delle ore 19, dal 1° ottobre al 31 marzo; e delle ore 21 negli altri mesi dell’anno; e non uscire di casa al mattino prima delle ore 7, dal 1° ottobre al 31 marzo e delle ore 5 negli altri mesi dell’anno. IL PREFETTO PRESIDENTE illeggibile IL PROCURATORE DEL RE p. IL QUESTORE Pagani Rendina IL COMANDANTE LA LEGIONE DELLA M.V.S.N. Franca Leo IL COMANDANTE IL GRUPPO CC.RR. Gino Guerrini IL SEGRETARIO Amilcare Capuano Commissario P.S. LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI PADOVA STAZIONE di S.Donà di Piave 11 giugno 1937 A. XV Risposta al N. 6772 del 10 corrente OGGETTO ammonito politico Chinaglia Oreste fu Vincenzo All’Egregio Sig. Podestà del comune di S.DONA’ DI PIAVE A parere dello scrivente il Chinaglia, per recarsi a Grisolera, dovrebbe partire un’ora prima che venga iniziato il lavoro, non essendo opportuno autorizzarlo a partire in ora più comoda per poi attendere inoperoso per diverse ore il suo turno di lavoro presso il datore di lavoro RAMON. Posto che il Chinaglia potrebbe approfittare di tale concessione per evadere il controllo da parte della autorità e rendendosi d’altra parte assolutamente necessaria un’interrotta vigilanza nei suoi riguardi, trattandosi di ammonito politico, egli farebbe meglio chiedere di trasferire il suo domicilio a Grisolera dove lavora. Gli sarà fatto perciò presente che egli dovrà osservare scrupolosamente gli obblighi impostigli dall’ammonizione a scanso di più severi provvedimenti di polizia a suo carico. firma illeggibile REGIA QUESTURA DI UDINE Udine, li 5 ottobre 1937=XVI° OGGETTO = Feruglio Beniamino fu giobatta = comunista schedato AL SIGNOR PODESTA’ di TAVAGNACCO Il suindicato sovversivo, già condannato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato, per appartenenza al Partito Comunista e per propaganda in favore del suddetto partito, per effetto dell’ultimo indulto, è stato rimesso in libertà. Come rilevarsi dall’accluso verbale, è stato oggi sottoposto ai vincoli della libertà vigilata. Nei confronti del Feruglio, il quale già si è dimostrato elemento pericolosissimo per l’ordine sociale ed è tuttora ritenuto irriducibile comunista, dovrà essere esercitata la più rigorosa vigilanza onde troncare sul nascere ogni conato di attività e provvedere nei suoi confronti col massimo rigore. Al Feruglio, il quale è stato munito della prescritta carta di permanenza, è stato fatto obbligo di presentarsi tutte le domeniche all’autorità di P.S. per il prescritto visto. Il comando della Tenenza Carabinieri di Udine è pregato dare tassative disposizioni al riguardo al competente Comando di Stazione. Il Podestà di Tavagnacco è pregato di non concedere al Feruglio alcun permesso senza aver richiesto preventivamente ed ottenuto apposita autorizzazione da parte di questo Ufficio. IL QUESTORE Firma illeggibile San Donà 17 novembre 1937 Illustrissimo Signor Podestà del Comune di San Donà di Piave sono sottoposto alla vigilanza speciale politica e da alcuni giorni ho perso la residenza in questo comune. le prescrizioni speciali che debbo seguire mi obbligano Fra l'altro a non allontanarmi dalla città senza permesso della P.S.. So che questi permessi mi vengono dati dal signor giudice di sorveglianza del R. tribunale, dietro personale richiesta, e di volte in volta quando ho bisogno di pernottare fuori di casa. per ragioni di lavoro io Però avrei attualmente bisogno di recarmi nei limitrofi comuni di Grisolera e di Jesolo, nelle ore fra le sei della mattina e le otto di sera. in casi con simili, nel Comune di Tavagnacco (Udine), dove precedentemente risiedevo, l'autorità di P.S. era stata autorizzata dal signor giudice di sorveglianza del R. tribunale di Udine a concedermi direttamente permessi, secondo Le consuetudini e le norme fissate per la vigilanza speciale, nei limiti delle ore diurne e per non grandi distanze. prego pertanto la S, V. Illma a volermi informare Come ottenere attualmente tale permesso per i comuni di Grisolera e di Jesolo. Certo che la S. V. Illma vorrà Interessarsene presso il signor giudice di sorveglianza del tribunale di Venezia, ringrazio e con la massima osservanza, mi segno Beniamino Feruglio B375 anno 1939 cat 15 cl 7 fasc 3 Ill.mo Signor cavaliere Segretario del Comune di San Donà di Piave Con la presente la prego di venire in aiuto avendo la famiglia che languida secca nella miseria causata dalle ripetute ricerche dall'arma dei Reali carabinieri quando mi trovo fuori di paese per ragioni di lavoro, tutto questo valesse a farmi perdere la stima dai principali punti Dieci anni sono trascorsi da quando scompare la punizione, e per me fu dieci anni di continui martirii, Ma speravo che questo stato di cose avesse un fine, e invece continuano, fino a quando? Deve esprimersi ???? ssimo signor Cavaliere Spero che accoglierete il mio desiderio facendomi una lettera di presentazione per sua eccellenza il prefetto onde chiedergli per favore la libertà se non per l'Africa e colonne, almeno per l'interno del premio Grazie anticipate Saluti Fascisti Devmo Tuis Giovanni San Donà di Piave, li 31-1-938 a. XVI E.F. San Donà di Piave, li 5 febbraio 1938 - anno XVI° oggetto: TUIS Giovanni di Antonio Riservata A Sua Ecc. il R. P R E F E T T O di V E N E Z I A Da molti anni, Eccellenza, la famiglia numerosa e composta anche di tenerissimi bambini, della persona soprannominata, sta attraversando gravi angustie, in causa della posizione disgraziata in cui è venuto a trovarsi il capo famiglia. Daprima confinato per motivi politici (circa dieci anni fa), ma poi prima del tempo restituito a libertà, in virtù di una buona condotta, quest’individuo è messo in uno stato di penosa apprensione perché non trova più dai nuovi datori di lavoro quella fiducia, quella stabilità di occupazione, a cui la sua capacità tecnica di operaio metallurgico e la sua condotta, oggi in tutti i modi ed anche politicamente ineccepibile, gli facevano superare. Quest’uomo a cui fu precluso di andare recentemente in Africa e nelle Colonie, dove pure sarebbe stato richiesto da Ditte metallurgiche che lo conoscono abile lavoratore, domanda soltanto di potersi trasferire all’interno del Regno per recarsi nelle località dove può trovare lavoro, e possibilmente chiede che sia revocato l’ordine della vigilanza speciale a di lui carico. Sarò grato all’E.V. se vorrà in qualche modo facilitare la strada del lavoro e della redenzione al Tuis Giovanni e ciò nell’intento anche di portare giovamento alla di lui numerosa e bisognosissima famiglia. Con devoto ossequio e con vive scuse IL PODESTA’

A cura di Carlo Dariol, che ha lavorato sull’archivio di Giacomo Carletto