Beniamino Feruglio, nato nel 1894 a Feletto da Giovanni Battista,
diplomato ragioniere, fu fermato
nel novembre 1920 a Bologna, dove studiava, in occasione dei fatti di Palazzo d’Accursio
(dieci uccisi e 58 feriti, quasi tutti socialisti, per l’aggressione delle squadre fasciste
alla folla che festeggiava la nomina del sindaco socialista). In seguito fu attivissimo
nelle lotte operaie in Friuli e nell’organizzazione del partito; nel 1924 fu nuovamente
arrestato per aver convocato una riunione clandestina a Plaino di Pagnacco, i fascisti
per rappresaglia gli incendiarono la casa.
Perseguitato, licenziato nel 1926 e confinato nello stesso anno,
ritesse sempre le fila del partito clandestino sino ai primi anni Trenta, quando fu espulso
perché contrario alla “svolta” che si proponeva di intensificare il lavoro in Italia,
e che Feruglio riteneva velleitaria. Torna presto però alla guida del comitato federale.
Arrestato nel 1933, con sentenza n. 34 del 10 ottobre 1934 fu condannato a nove anni di carcere,
di cui due condonati.
Nel 1938 se ne venne via dal Friuli, e si stabilì a San Donà.
Beniamino Feruglio, nominato dal CLN, resse le sorti del Comune di San Donà nei mesi successivi alla Liberazione.
Gli successe nelle prime libere elezioni del 1946 l'avvocato Celeste Bastianetto.