Storia di San Donà
attraverso foto e cartoline

Le case di Alfredo Albertani

Nato a Riva del Garda nel 1925, Alfredo Albertani aveva studiato alla facoltà di architettura di Venezia vivendo a stretto contatto con i migliori progettisti contemporanei del calibro di Carlo Scarpa, del quale era discepolo prediletto, e Giulio Samonà.
Tra il'60 e il'63 si trasferì in Svizzera per collaborare con lo studio Sutter & Sutter di Basilea.
Ma il grosso della sua opera lo realizzò dal 1964 quando aprì uno studio a San Donà lavorando a un ciclo di progettazioni per alcuni privati e realizzando alcune fra le più suggestive ville, numerosi interni e ristrutturazioni, opere di creatività il cui stile, caratterizzato da rigore e ricerca assoluti, divenne di moda anche a Venezia, Treviso e Pordenone.
A San Donà andava noto per il perfezionismo con cui si dedicava ai committenti per le cui abitazioni era solito dirigere personalmente i lavori dopo un'attenta analisi dello stile di vita degli occupanti.

Alle ville di Albertani l'Amministrazione Comunale dedicò una interessante mostra dal titolo

Alfredo Albertani : opere e progetti : 8-23 maggio 1999,
Centro culturale Leonardo Da Vinci, San Dona di Piave

Qui sotto, una serie di foto delle famose Ville di Albertani


Villa unifamiliare in via Giorgio Vasari 2, San Donà di Piave

Clicca QUI per la visita virtuale di una bellissima VILLA GIARDINO, del 1981, Locali 6, Camere da letto 3, Bagni 3, Superficie abitabile 220 m², Superficie commerciale 270 m², Terreno 4.850 m², Garage 1.
Secondo la descrizione dell'Agenzia venditrice, si tratta di un progetto unico in cui ambiente esterno e ambiente interno si intrecciano armoniosamente, quasi a rappresentare una fusione tra natura e opera dell’uomo. Diventa impossibile parlare di una villa circondata dal verde, appunto perché nella visione dell’architetto Alfredo Albertani, allievo prediletto di Carlo Scarpa, gli elementi artificiali si integrano perfettamente con quelli naturali. Il parco è una vera e propria composizione artistica, dove piante e materiali incorniciano angoli da sogno, e dove la vegetazione racchiude una “scalinata d’acqua” magistralmente creata con delle vasche che, attraverso un sistema idraulico, vanno a disegnare tre cascate. Il giardino si unisce all’abitazione principale attraverso piante rampicanti, che vanno a disegnare una facciata priva di decorazioni posticce, ed entra in casa con il pavimento che ne richiama i colori. Il meraviglioso soggiorno è aperto, senza divisori: i locali si compenetrano e gli ambienti appaiono separati grazie al sapiente utilizzo di elementi architettonici, che vanno a creare livelli sfalsati come nel caso del salottino attorno al camino. Dalle terrazze della zona notte, posta al secondo livello dell’abitazione, si accede al tetto, dove sono state realizzate delle vasche, pensate per creare un ulteriore giardino pensile. Protetta dall’abitazione principale e dal secondo corpo di fabbrica, attualmente al grezzo, troviamo la piscina.

Si tratta di diverse committenze private.

Il primo incarico pubblico che ricevette fu quello di ristrutturare il Monumento ai Caduti durante l'amministrazione Marcon; la sua rivisitazione architettonica del monumento concepito nell'ottica di un polo culturale per la città non ebbe però seguito e il suo progetto non vide mai la luce.
Un ictus lo colpì, riducendolo quasi al silenzio, e compromettendo notevolmente la qualità della sua vita.

Si spense il 10 novembre 2007 all'età di 82 anni, in solitudine, dopo 20 giorni di degenza all'ospedale di San Donà dove era stato ricoverato per alcuni problemi di salute che si trascinava da anni assieme ai postumi del brutto ictus che lo aveva colpito tempo prima. Due giorni dopo, le spoglie dell'architetto furono trasportate dall'ospedale al cimitero di San Donà dove per sua scelta furono seppellite senza rito funebre.


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