Guido Guerinoni (San Donà di Piave, 20 luglio 1899 - Venezia, 25 ottobre 1953)
Guido Guarinoni divenne Sindaco di San Donà nel novembre 1920.
Durante la guerra aveva trovato riparo a Venezia, città nella quale ancora risiedeva
come si desume dall’atto di matrimonio della figlia che lì si sposò nel 1922 con l’industriale
originario di Firenze Gino Baldi.
Nonostante i timori alla sua elezione l’opera dell’amministrazione Guarinoni
fu fondamentale nella ricostruzione di San Donà.
Lo stesso Monsignor Chimenton (che nel 1928 pubblicherà il suo libro su San Donà, di evidenti simpatie fasciste)
è costretto a dare merito all’amministrazione Guarinoni per quanto fatto negli anni del suo mandato...
anche se rimarcava come "l’amministrazione di quel periodo agì in modo profittevole grazie
alla collaborazione dell’opposizione". Nello specifico si riferiva a quel partito fascista che poi gli succedette, ruolo in seguito divenuto non più contendibile dopo la creazione del Podestà con cariche non più elettive. Il fatto che il Sindaco risiedesse a Venezia non costituì un impedimento dato che sin da subito gli si affiancò Marco Bastianetto quale consigliere anziano, con cui Guarinoni era stato consigliere comunale prima della guerra e, cosa non secondaria, era tra i fondatori del Partito Popolare sandonatese assieme ad Alberto Battistella, Giuseppe Boem, Pietro Perin, Enrico Picchetti e Giuseppe Zucotto.
L’amministrazione Guarinoni
Ad affiancare il Sindaco Guido Guarinoni ci furono, oltre a Marco Bastianetto,
Umberto Roma, Giuseppe Zorzetto, Giuseppe Boem e Alberto Battistella.
L’amministrazione Guarinoni nei tre anni che rimase in carica diede attuazione
al piano regolatore approvato nei mesi precedenti alle elezioni,
iniziò e completò la ricostruzione del Municipio;
su progetto dell’architetto Giuseppe Torres fu ultimato il campanile nel 1922 con le campane
che ritornarono a risuonare il venerdì Santo dell’anno seguente
e fu quasi completato il duomo poi consacrato nel 1925;
si allacciò all’acquedotto la gran parte del centro cittadino;
e, come ricorda Monsignor Chimenton, «...si eseguì la pavimentazione interna del paese;
si iniziò e quasi si ultimò il nuovo cimitero; si deliberò l’alberazione di alcune strade;
si provvide per ottenere la concessione del terreno, richiesto per la sistemazione delle baracche;
si proseguì e si ripristinò la viabilità pubblica; si sistemarono gli edifici scolastici,
e si iniziarono le pratiche per averne di nuovi; si provvide in parte all’illuminazione pubblica;
si approvò l’istruzione religiosa nelle scuole».
Inaugurato il nuovo ospedale “Umberto I”
Furono tanti gli importanti eventi e le inaugurazioni che si susseguirono negli anni dell’amministrazione Guarinoni.
L’11 dicembre 1921 alla presenza del Ministro Raineri e del Vescovo di Treviso Monsignor Andrea Giacinto Longhin
venne inaugurato il nuovo ospedale “Umberto I”, ricostruito in viale Regina Margherita dopo le grandi
distruzioni della guerra. Grande fu l’impegno del Presidente comm. Antonio Trentin e del vicepresidente
cav. dott. Vincenzo Janna per riuscire a dare al direttore dell’ospedale Alessandro Girardi
e al suo assistente dott. Carlo Cristani una struttura adeguata alle esigenze di un comprensorio sandonatese
destinato ad un grande sviluppo. Per reperire i fondi utili alla costruzione dell’ospedale
era stata indetta anche una lotteria nazionale con l’estrazione del primo premio nel marzo 1920.
Dal 23 al 25 marzo 1922 si tenne a San Donà di Piave il Congresso Nazionale delle Bonifiche
che diede grande lustro alla città richiamando molti esponenti della politica nazionale
a cominciare da quelli governativi, per non tralasciare don Luigi Sturzo e il parlamentare sandonatese Silvio Trentin,
oltre a tanti tecnici che stavano portando avanti una grande opera di bonifica in tante zone d’Italia.
(Vedi QUI la pagina monografica)
Il 12 novembre 1922 ebbe luogo anche l’inaugurazione del nuovo ponte sul Piave.
Distrutto dall’esercito italiano nel novembre 1917 per fermare l’avanzata austroungarica, subito dopo la guerra ne venne costruito uno provvisorio in legno. Poi fu la volta di quello definitivo con caratteristiche molto simili a quello che tuttora percorriamo e che successivamente fu parzialmente ricostruito anche dopo la seconda guerra mondiale. In quel novembre 1922 il ponte venne inaugurato al cospetto delle massime autorità con la presenza di Sua Altezza il Duca Emanuele Filiberto d’Aosta, del Patriarca di Venezia il Cardinale Pietro La Fontaine, del Vescovo di Treviso Monsignor Andrea Giacinto Longhin, del sottosegretario ai Lavori Pubblici Alessandro Sardi e di tutte le massime autorità cittadine a cominciare dal Sindaco Guido Guarinoni. Grande fu la festa con una San Donà gremitissima che acclamò gli oratori che si succedettero sul palco. Dopo la benedizione del Patriarca di Venezia vi fu la firma ufficiale del Duca d’Aosta sulla pergamena che sancì il battesimo del ponte, quindi la classica rottura della bottiglia da parte della contessa Corinna Ancillotto,
madre dell’aviatore sandonatese Giannino Ancillotto, medaglia d’oro al valor militare.
Vi è poi una curiosità attinente alla famiglia Guarinoni ed inerente al ponte: tra gli ingegneri che seguirono la costruzione del ponte ci fu anche Ippolito Radaelli, cognato del Sindaco Guido Guarinoni. Sposato inizialmente con la sorella Alda Maria, rimase vedovo ed in seconde nozze sposò Crico Clorinda a sua volta imparentata con Guido Guarinoni avendone sposato il fratello Amedeo, anche lei rimasta prematuramente vedova.
L’inaugurazione del Municipio
Un evento ancor più solenne avvenne il 3 giugno 1923 quando venne inaugurato il Municipio di San Donà di Piave progettato dall’architetto Camillo Pugliesi Allegra, lo stesso che poi progetterà il Palazzo dei Consorzi della Bonifica che completerà i grandi palazzi che contornano ancor oggi Piazza Indipendenza. A tenere a battesimo il Palazzo istituzionale della città fu addirittura il presidente del consiglio Benito Mussolini. In carica dall’ottobre 1922 e impegnato in un grande giro istituzionale in Veneto Mussolini fece tappa anche a San Donà di Piave. Imponente la cornice di folla che accolse il presidente del Consiglio per un evento che ancor oggi è ricordato con una targa all’interno del Municipio nella quale è citata una frase detta da Mussolini in quella occasione: “ Qui una volta giunse il nemico, gli italiani giurano che non succederà mai più “. Un’enfasi che non venne poi troppo confermata dai fatti , ma eravamo solo all’alba del ventennio che segnerà l’Italia negli anni successivi.
Le elezioni amministrative dell’agosto 1923
Dopo tre anni di amministrazione Guarinoni a metà agosto del 1923 si tennero le ultime elezioni amministrative
prima che il regime fascista istituisse la figura del Podestà di nomina governativa.
Differentemente dalle precedenti questa volta il partito fascista prevalse.
Sabato 18 agosto 1923 si insediò il nuovo consiglio che nominò Costante Bortolotto Sindaco di San Donà di Piave.
Tra gli eletti figurava anche l’ex Sindaco Guido Guarinoni.
La legislatura vide un passaggio di mano, quindi, dopo un periodo di commissariamento prefettizio
del cav. rag. Arturo Sears,
il 9 aprile 1927 venne nominato il primo Podestà di San Donà di Piave...
Costante Bortolotto tornò a rivestire la prima carica cittadina.
Con lo scioglimento del Consiglio comunale, Guido Guarinoni finì la sua avventura politica sandonatese,
ma è indubbio che ancor oggi a cento anni di distanza molto di quanto ricostruito
durante la sua amministrazione dopo quel terribile conflitto mondiale
è ancor oggi visibile in città.
Guido Guarinoni e la sua famiglia mantennero la residenza a Venezia dove
tra l’altro sia lui che la moglie Maria Velluti entrarono a far parte dell’Ordine Equestre
del Sacro Sepolcro di Gerusalemme.
Entrambi sono stati tumulati nel cimitero di San Donà di Piave
presso la tomba di famiglia che accoglie anche gli antenati dei Guarinoni
oltre alla figlia Teresina morta nel 1973 e il marito Gino Baldi morto venti anni dopo.
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