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Partecipazione e prospettiva politica-sociale
Spiritualità
BiografiaGiovinezzaLucia Schiavinato nacque a Musile di Piave il 31 ottobre 1900 in una famiglia medio borghese: la madre, Pia Stalda, era docente alla scuola primaria, il padre, Guglielmo Schiavinato, cassiere alla Banca Mutua Popolare a San Donà di Piave. Insieme ai genitori e ai fratelli, Maria e Menotti, si trasferì a San Donà di Piave nel 1907. Per motivi di salute interruppe precocemente gli studi, ma la dedizione verso essi continuò negli anni. Ad influenzare fortemente la sua educazione cristiana fu l’arrivo a San Donà di Piave del Parroco Mons. Luigi Saretta nel 1915.Nel 1917 a causa della Grande Guerra, Lucia, assieme alla madre e ai fratelli, si trasferì a Recco, in Liguria, mentre il padre traslocò a Firenze con il suo Direttore di Banca, Renato Del Colle. Nel 1920, Lucia fece ritornò a San Donà di Piave ed entrò a far parte dell’Associazione Gioventù Femminile di Azione Cattolica, e della Conferenza di San Vincenzo, contribuendo in maniera significativa alla ricostruzione del paese, e dedicandosi al sostegno dei più deboli. Nel 1921 per volere del Vescovo della Diocesi di Treviso, Giacinto Loghin, partecipò al congresso eucaristico con una relazione che trattava il tema dell’eucaristia: "La giovane e l'amore al SS. Sacramento. Visita - Adorazione - Cura dell'altare". In questa occasione è evidente come l'eucaristia sia per lei radice essenziale della sua rigogliosa Fede. Nel 1924 Lucia scrisse “Programma di Vita” in cui promise di dedicare la sua vita alla preghiera a Dio e all'aiuto dei più bisognosi. A settembre del 1925 Lucia partecipò nuovamente al congresso eucaristico a San Donà di Piave per diffondere la pratica degli esercizi spirituali. Età adultaCon il passare degli anni Lucia continuò ad operare intensamente in Parrocchia e nelle Associazioni, dedicandosi in particolar modo ai bambini, ai poveri e agli ammalati. Nel 1933 Lucia affittò una stanza nota come “il Campiello” per ospitare una vedova paralitica. A quella stanza se ne aggiunsero altre, e da lì nacque l’idea del “Piccolo Rifugio”, che prenderà vita a San Donà di Piave nel 1935, con lo scopo di accogliere i più bisognosi. Nel 1943, durante le oppressioni antisemite, Lucia offrì accoglienza a tre donne ebree e appoggiò la Resistenza Partigiana guidata da Attilio Rizzo presidente della Conferenza San Vincenzo Maschile. Successivamente, vennero aperti due nuovi rifugi: uno inaugurato nel 1955, a Roma, nella Villa di Monte Mario, e trasferito successivamente a Ferentino, in provincia di Frosinone; l’altro nel 1957 a Vittorio Veneto. Nel 1946, su suggerimento di Mons. Saretta, Lucia entrò in politica, e diventò consigliere comunale della Democrazia Cristiana e Assessore all’Assistenza Sociale e Sanitaria del suo Paese. Il suo impegno fu rivolto in particolar modo alla battaglia contro la disoccupazione, e all’abuso di alcolici e stupefacenti. Nel 1949 per motivi di salute lasciò l’incarico politico, riprendendolo però nel 1956, entrando a far parte del Consiglio Provinciale di Venezia. Nel 1958 venne approvata la Legge Merlin, che prevedeva la chiusura delle case di prostituzione. In quell’occasione Lucia, assieme a Ida D’Este, fondò il primo Centro di Riabilitazione per ex prostitute, Villa Madonna della Neve. Nello stesso anno lavorò e fece uscire il primo numero di Amor Vincit, voce dell’Istituto Secolare Volontarie della Carità e della Fondazione di Culto e religione Piccolo Rifugio. Lucia trascorse un periodo in Meridione con la speranza di fondare un Piccolo Rifugio, ma senza mai riuscirci. Vennero inaugurati altri Piccoli Rifugi in varie zone dell’Italia Settentrionale: nel 1959 a Mogliano Veneto, nel 1960 a Verona, nel 1962 a Trieste. Nel 1963 Lucia, assieme a un gruppo di Volontarie, partì per il Brasile per fondare nuovi centri di Carità. Molti furono i viaggi oltreoceano e in particolare in Terra Brasiliana. Nel 1966 venne inaugurato a Itaberaba un ambulatorio ospedaliero per i poveri e l’anno successivo Lucia operò nel Lebbrosario di Aguas Claras e del Grajaù. Assieme alle Volontarie, Lucia si stabilì nella Diocesi di Pinheiro a Maranhão. Gran parte del lavoro in Brasile venne sostenuto dai finanziamenti raccolti dai Piccoli Rifugi in Italia.Ultimi anni di vitaNel 1967 a Roma si svolse il Primo Convegno Mondiale dei Presidenti degli Istituti Secolari ma Lucia non presenziò perché impegnata con i viaggi in Brasile. Nel 1968 vi fu l’approvazione diocesana dell’Istituto Volontarie della Carità con il fine di “realizzare fra il laicato cattolico, la consacrazione a Dio, con l'impegno di attuare nella vita lo spirito genuino del Vangelo, vivendo in castità, secondo il proprio stato, in povertà, per quanto lo permetta la propria situazione sociale, in armonia, di intesa e di programma con i fini e lo Spirito dell'Istituto.” Nel 1969 lavorò con gli emigranti italiani residenti in Germania, dedicando la maggior parte del suo tempo ai bambini, offendo loro sostegno scolastico. Nel 1970 Lucia si recò in Amazzonia con le Volontarie, nella Diocesi di Alto Solimbes, in mezzo agli indios Ticuna e nell’Acre, presso la Diocesi di Rio Branco. Dal 20 al 26 settembre di quello stesso anno, partecipò al primo Congresso Internazionale con i Presidenti degli Istituti Secolari del Mondo, svoltosi a Roma. Nel 1975 abbandonò la presidenza dell’Istituto Secolare Volontarie della Carità, e compì l’ultimo viaggio in Amazzonia. Si stabilì a Grajaù, nel Lebbrosario "San Marino". Nel maggio del 1976 per problemi di salute lasciò il Lebbrosario e tornò in Italia. Il 17 novembre di quello stesso anno morì. Fu sepolta nella tomba di famiglia a San Donà di Piave.Partecipazione e prospettiva politica-socialeCon la fine della guerra (1945-1947) inizia per Lucia Schiavinato un'esperienza assolutamente nuova, la sua entrata in politica. Non fu una decisione presa di propria iniziativa. A convincerla su questa strada fu il suo diretto superiore, monsignor Saretta. Lucia accettò la proposta poiché San Donà, dopo la guerra, aveva bisogno di essere riassestata e ricostruita nelle sue strutture fondamentali, nel tessuto sociale, nella sua identità di città democratica e libera. Durante il suo periodo in politica, Mamma Lucia, continuò a prendersi cura del Piccolo Rifugio e della famiglia che aveva fondato. Nell'Amministrazione che face la sua prima seduta di Consiglio il 18 aprile 1946, Lucia fu una delle tre donne elette su trenta consiglieri. In quella seduta venne eletto il sindaco Celeste Bastianetto. La spiccata autonomia di giudizio e la mancata appartenenza storica e forte a un partito che la condizionasse, permise a Lucia di ricoprire un particolare ruolo di "super partes" all'interno della Democrazia Cristiana. Entrò nella Dc sotto la spinta di mons. Saretta ma non aderì mai fino in fondo al partito. Anche il suo conservatorismo, non era un vero conservatorismo politico ma nasceva da un'obbedienza razionale e giudiziosa alla Chiesa. Per questo in politica fu più una Degasperina che Dossettiana. Lucia partecipò all'Amministrazione cittadina soprattutto per rappresentare se stessa, la propria esperienza e la capacità di ascoltare, discernere e prendere in carico i bisogni della gente, fu una delle forme con cui praticava la carità. L'attività comunale prevista dal sindaco neo-eletto prevedeva la suddivisione in quattro branche: Assistenza Sociale; Finanze; Lavori Pubblici e Alimentazione, commercio e lavoro. A Lucia venne affidato l'assessorato all'Assistenza sociale e Sanitaria, il quale è legato per un buon periodo anche all'Assessorato per l'Istruzione. Durante i tre anni in cui Lucia fa parte dell'Amministrazione, si trova in prime persona come assessore a fronteggiare diversi problemi della cittadina: disoccupazione, abuso di alcolici e stupefacenti, soccorsi giornalieri alle famiglie dei militari in armi, ripresa dell'attività scolastica, etc. Fu per lei un periodo molto attivo e di grande lavoro. Dalla seduta del Consiglio Comunale del 20 giugno 1947 Lucia comincia ad essere assente. Presenterà le dimissioni ben due volte, ma solo nella seduta del Consiglio Comunale del febbraio 1949 le sue dimissioni vennero accettate e al suo posto venne eletto Leandro Rizzo. Per tutto il lungo periodo di assenza (dettata dalla malattia ma anche dalla consapevolezza di aver concluso il suo mandato in politica), gli incarichi di Lucia Schiavinato vennero svolti da un assessore supplente, Pavan Guido. La sua vicenda politica però non si conclude. Lucia si ripresenta alle elezioni amministrative cinque anni dopo, viene eletta ma non entra in Giunta. Nel 1956, venne poi eletta al Consiglio Provinciale di Venezia. Lucia, come possiamo leggere nelle sue lettere, esortava le sue sorelle alla giustizia e all'obbedienza citando uno scritto di Alessandro Pronzato: "Cristo ci consegna un mondo da cambiare. Una realtà da trasformare...perciò risposta attiva, creativa, capace di ri-costruire...". "Coraggio!!! Altro che stare nel dubbio, brontolare, trovare scuse: il mondo deve essere cambiato anche da ciascuno di noi!"Progetti e opereLe organizzazioni cattolicheDurate gli anni della Grande Guerra Lucia Schiavinato iniziò sin dalla giovane età ad occuparsi della tutela dei bambini e degli anziani abbandonati nelle campagne. Negli stessi anni entrò a far parte di un gruppo di giovani cattolici orientati all’assistenza verso il prossimo. Prese successivamente parte alle organizzazioni cattoliche di San Donà di Piave fino a quando, nel 1920, nacque la Gioventù Femminile, un’associazione cattolica in cui Lucia rivolse maggiormente il suo impegno umanitario. Nello stesso anno a San Donà di Piave sorse un ulteriore associazione a cui Lucia dedicò parte del suo impegno, la Conferenza di San Vincenzo femminile. Nel 1921 Lucia Schiavinato prese parte all'Azione Cattolica. All’interno di tali circoli il focus era rivolto prevalentemente alla formazione religiosa attraverso l’istituzione di corsi, scuole di catechismo, opere di propaganda per l’istruzione dei giovani ed iniziative per la celebrazione delle Sante Messe all'interno di ospedali e ospizi. Importanti iniziative portate avanti da Lucia Schiavinato investirono anche la dimensione culturale; collaborò e fondò scuole per analfabeti, scuole di cucito e di ricamo, partecipando alla costituzione di segretariati per le operaie e alla fondazione di biblioteche per i cittadini. I piccoli rifugi
Ville Madonna della Neve
I rifugi nel sud
Opere oltre oceano
Il programma di vita
SpiritualitàL'esistenza e la spiritualità cristiana di Lucia Schiavinato fu segnata da tre costanti. "Queste «costanti», nel loro insieme, costituiscono l'impronta, il sigillo impresso su ogni espressione apostolica e caritativa di Lucia". Prima costante: "Noi abbiamo creduto nell'Amore" 1Giovanni 4,16. Questa era l'insegna di tutte le sue opere, il filo conduttore che la spingeva in ogni suo viaggio, in ogni missione, in ogni impegno polito, sociale e apostolico. Seconda costante: l'eucaristia e l'adorazione eucaristica. Elemento inseparabile e fondamentale della spiritualità della Serva di Dio. L'eucaristia come centro e riferimento di ogni sua Opera, così ebbe origine il primo Piccolo Rifugio di San Donà di Piave. Nelle riunioni periodiche con le Volontarie e Gruppi specifici, non mancava mai il tema eucaristico e l'adorazione. Terza costante: la scala di preferenza: i più poveri e i più derelitti. Il primo Piccolo Rifugio svela quali sono i destinatari principali della carità di Mamma Lucia: giovani, ragazze, poveri, incurabili, segnati da minorazioni, persone abbandonate dalle famiglie, non assistiti dalla società, etc. Questi "Rifugi" non furono solo luoghi di cura per la parte umana e fisica, ma anche scuola e chiesa della personalità, della spiritualità e del vivere nella società. Lucia Schiavinato ebbe una concezione singolare della vocazione. La sua era un'anima essenzialmente contemplativa e capace di mettersi anche al servizio e per questo si sottolinea l'importanza dell'adorazione ma anche l'urgenza operosa di andare in soccorso ai bisogni umani. Lucia fu una "mistica attiva". Per Lucia il ruolo dell'uomo fu quello di "lasciarsi adoperare", di diventare docile strumento nelle mani di Cristo facendosi vicino ad ogni persona bisognosa per soccorrerla, proprio come ha fatto Gesù. La spiritualità della Schiavinato presenta un tono fortemente carmelitano di Santa Teresa di Lisieux. All'interno delle opere dei Piccoli Rifugi, Lucia esortò le sue sorelle non solo a curare amorevolmente il corpo del malato, ma anche a educare nella fede la sua anima in modo da rendere l'ospite capace di donare la proprio sofferenza a Cristo. Sicuramente di Lucia Schiavinato colpiscono: l'ardore apostolico, l'apertura ecumenica, le intuizioni profetiche, l'abnegazione al servizio missionario, la prontezza nel captare i bisogni dell'umanità e il valore dell'offerta.RiconoscimentiIn data 8 marzo 1999 è stata introdotta nella diocesi di Treviso la causa di beatificazione e canonizzazione, postulata da padre Vincenzo Bosca, i cui atti sono stati consegnati alla Congregazione delle cause dei Santi a Roma l'11 aprile 2001 (inizio fase apostolica del processo di beatificazione). Tali atti processuali consistono in 22 volumi contenenti scritti su Lucia Schiavinato. La postulazione richiede inoltre lo spostamento della salma dal cimitero di San Donà di Piave alla cappella del Piccolo Rifugio, nella stessa città. A Lucia Schiavinato è attualmente riconosciuto il titolo di Serva di Dio. La Fondazione Piccolo Rifugio gestisce sei comunità in cui risiedono e ricevono assistenza persone con disabilità. Le sei comunità sorgono rispettivamente a: San Donà di Piave; Ponte della Priula in provincia di Treviso; Vittorio Veneto in provincia di Treviso; Ferentino in provincia di Frosinone; Verona; Trieste.Il nome di Lucia Schiavinato è stato attributo ad un Istituto Comprensivo (Schiavinato) a San Donà di Piave. Nell'istituto, nell'androne della scuola, si può osservare una tela raffigurante Lucia Schiavinato, le Volontarie della Carità, un bambino brasiliano e il Piccolo Rifugio. L'opera è stata realizzata da Roberto Joos. Clicca QUI per la biografia di Lucia Schiavinato scritta da Savio Teker, dalla quale sono tratte quasi tutte le notizie sopra. Clicca QUI per una interessante ricerca sulla figura di Lucia Schiavinato condotta dai ragazzi della scuola media di Musile |
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