![]() Nato nel 1910 a San Trovaso (Treviso), don Angelo Dal Bo fu consacrato sacerdote nel 1935. Per un anno fu cappellano a Paese e poi sacrista nella Cattedrale di Treviso. Mostrando una particolare predilezione per l’apostolato tra i giovani, per dodici anni operò
poi al Collegio S. Pio X, quale vicerettore. In seguito, quale parroco a Loreggia, fece costruire
la Casa del Giovane, con aule per il catechismo, per il teatro, sale gioco, campi sportivi.
Il 3 settembre 1961, don Angelo Dal Bo entrava nella sua nuova Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di San Donà di Piave,
accompagnato dal vescovo monsignor Mistrorigo.
Il nuovo Arciprete aveva 51 anni. Subentrava a padre Virginio Quaggiotto, che aveva amministrato per alcuni mesi la Parrocchia dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età di mons. Luigi Saretta. Al suo arrivo, la Parrocchia del Duomo, ancora l'unica del centro cittadino, contava ben 18.000 abitanti. Una settimana dopo il suo ingresso, egli ricordava nel suo programma pastorale l'unico scopo di lavorare "perché le anime vivano la vita divina e la vivano in abbondanza". In questo impegnativo compito di far "vivere le anime in grazia" vedeva un fondamentale strumento nei Ritiri ed Esercizi spirituali, nella Settimana Liturgica e in una grande Missione cittadina. Riteneva poi, certa, la collaborazione di tutte le forze pastorali della Parrocchia. "Mi farò vostro esempio di bontà, di gentilezza e di carità verso tutti, perché anche il vostro cuore sappia compatire, perdonare ed aiutare i fratelli... Dammi o Signore le anime e tieniti tutto il resto" (cfr. F.P. 10 settembre 1961). Nuove parrocchie cittadineNegli anni successivi monsignor Dal Bo avrebbe provveduto al delicato compito di avviare le nuove parrocchie cittadine, per una più efficiente ed efficace gestione pastorale: Mussetta (1963), San Pio X (1966), San Giuseppe Lavoratore (1971). Le novità del Concilio Vaticano IIEgli guidò la progressiva introduzione nella chiesa sandonatese delle novità del Concilio Vaticano II, nella liturgia e nel coinvolgimento dei laici: il primo consiglio Pastorale Parrocchiale fu istituito nel 1968.
Il suo testamento spiritualeDel Pastore ci rimane il testamento spirituale, scritto quattro anni prima della morte:“Io sacerdote don Angelo Dal Bo, dichiaro che intendo vivere e morire nel grembo della Santa Madre Chiesa Cattolica e in completa unione di volontà col Vicario di Cristo, al Romano Pontefice. La malattia e la morteSuo cappellano per dieci anni, don Marcello Cecchetto lo ricordava così: “[...] Monsignor Dal Bo era instancabile nelle varie attività pastorali. Era vicino e presente soprattutto nel catechismo dei ragazzi, presente sempre con i malati, con gli anziani, con i poveri. Nel 1972, se non erro, fu colpito dalla malattia, che durerà due anni e mezzo. Fu un lungo Calvario, tra cure in famiglia-canonica e con vari ricoveri negli ospedali a S. Donà e Udine. Nonostante la sua salute malferma, era sempre sereno, sapeva portare la sua croce quotidiana con pazienza, coraggio, accettazione della volontà di Dio. Ed era per noi cappellani un grande esempio.” E ancora: “Già colpito da tempo da una malattia incurabile del sangue, in una sera dell’ultimo inverno della sua vita, mons. Dal Bo radunò i suoi cappellani per confidare loro il desiderio di rinunciare alla Parrocchia. Allora don Attilio Sacco, a nome anche di tutti gli altri, lo invitò a restare, perché potesse guidarli con la sua preghiera e sofferenza. A quelle parole il Parroco si tenne il volto con le mani e in lacrime rispose che sapeva che gli volevano bene…” Mons. Angelo Dal Bo morì assistito in canonica alle 18.30 del 28 maggio 1974: come da suo volere,
l’annuncio a tutta la cittadinanza fu dato dalle campane suonate a festa.
|
![]() |