L’oratorio “Don Bosco” nacque per iniziativa dell’arciprete don Luigi Saretta,
che nel primo dopoguerra individuò fra le molteplici necessità del momento
l’urgenza di raccogliere e istruire i tanti ragazzi “dediti a monellerie, furti, bricconate”
che la guerra avevalasciato in balia di se stessi.
Dopo una lunga e faticosa trattativa, i primi Salesiani arrivano a San Donà.
Era il 24 settembre 1928, il giorno della Festa Patronale di San Donà dedicata alla Madonna del Colera,
quando arrivarono alla stazione ferroviaria di San Donà; erano
il direttore don Riccardo Giovannetto, il chierico Luigi Ferrari
e il coadiutore Mauro Picchioni. Di quest'ultimo si è recentemente ritrovata una cartolina
spedita a una zia di Firenze a nemmeno un mese dal suo arrivo a San Donà.
La cronaca dettagliata dell'arrivo dei Salesiani è descritta nel Bollettino Salesiano di allora, che riportiamo di seguito.
Anno LII. NOVEMBRE 1928 Numero 11.
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SVILUPPI DELL'OPERA SALESIANA
A S. Donà di Piave.
Il 24 settembre, giorno in cui il popolo di S. Donà di Piave celebrava la festa in onore della Madonna del Colèra, i Salesiani fecero ingresso in città per dar principio al loro apostolato tra la gioventù.
L'accoglienza che il buon popolo fece ai nostri confratelli, fu la più entusiastica che si possa immaginare.
Alla stazione erano ad attenderli l'Arciprete Mons. Luigi Saretta, che tanto si adoperò per avere in S. Donà i Figli di D. Bosco, e con lui erano la Contessa Corinna Ancilotto, benemerita Presidente dell'Orfanotrofio, Donna Amelia Fabris e Donna Maria Bortolotto del Comitato d'onore; le signore Perin, Bastianetto e Bagnolo del gruppo Donne Cattoliche; il Cav. Magg. Peruzzo, il cav. Marco Bastianetto, l'ing. Ennio Contri, il geom. Attilio Rizzo, i sig. Giuseppe Bizzarro, Alberto Battistella, Umberto Roma ed altri di cui ci sfugge il nome, per il Comitato esecutivo pro Oratori e per gli Uomini Cattolici.
Dopo un breve saluto e colloquio nella sala d'aspetto, gentilmente concessa dal Capo Stazione, li attendeva una immensa folla che li accolse con evviva ed esclamazioni mentre i fanciulli eseguivano con l'accompagnamento della Banda locale, apposito inno composto dal Rev.mo Arciprete.
S'iniziò il corteo aperto dai bambini dell'Orfanotrofio, dai Fanciulli della Dottrina, dagli Aspiranti al Circolo, dal Circolo Giovanile, e dietro agli Uomini Cattolici, venivano i Salesiani circondati dal Clero locale, dal Comitato Esecutivo dell'Oratorio e dalle Autorità. Seguiva una folla immensa di signore, di donne del popolo, di giovanette del Circolo, di Piccole Italiane, e in coda per adesione in segno di onore, una interminabile fila di automobili delle principali Famiglie del paese.
Il corteo imponente si diresse al Duomo fra una festa di sole, di canti, di suoni, uno sventolio di bandiere e due ali di popolo reverente e festante. Da tutte le case su tutti gli alberi erano scritte inneggianti ai Salesiani.
Giunti in Piazza del Duomo il corteo si fermò su l'atrio ove, accompagnato dalla Banda fu di nuovo eseguito l'inno da migliaia di voci.
Il saluto in Duomo.
Entrati nella Chiesa affollata di popolo, i Salesiani ricevettero il saluto da mons. Vescovo di Treviso.
Mons. Longhin ricordò la lunga attesa, le preghiere, le suppliche dell'Arciprete e prendendo lo spunto dall'immensa moltitudine presente fece rilevare come tutto il popolo avesse desiderata ed attesa la venuta dei Salesiani. In nome di tutti e in nome proprio, Egli si disse lieto di salutarli: Benedicti! Sicuro che traendo lo spirito e gli auspici del grande Educatore don Bosco, essi avrebbero compiuta opera feconda di bene nella vasta Parrocchia. Si augurò di veder presto sugli Altari il Fondatore della Famiglia Salesiana, lieto di tornare a S. Donà per celebrare le virtù e le glorie di Giovanni Bosco.
Dopo la Messa solenne celebrata da mons. Valentino Bernardi con assistenza di S. E. Mons. Vescovo e di numeroso Clero, i Salesiani furono accompagnati in Canonica dove ricevettero l'omaggio del l'ill.mo sig. Podestà Dr. Costante Bortolotto e dei due vice podestà sig. Giuseppe Fornasari e sig. Giuseppe Davanzo.
Sul mezzogiorno Autorità e Clero in bella armonia di gioia e di festa, si raccolsero in Canonica a banchetto insieme con mons. Vescovo e i Padri Salesiani. Al levar delle mense brindarono, acclamatissimi l'Arciprete e il Podestà. Rispose il Rev.mo Ispettore Don Festini ringraziando commosso.
La processione pomeridiana.
Nel pomeriggio si svolse la tradizionale interminabile Processione sigillata da un ispirato discorso di monsignor Vescovo.
Tal festa rimarrà in benedizione ed in memoria nel cuore di tutti i Sandonatesi.
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Questa la relazione pubblicata dall'AVVENIRE D'ITALIA del 29 settembre.
Sentiamo il dovere di esprimere a Mons. Longhin, al R.mo Sig. Arciprete, alle Autorità e a tutte le egregie
persone che ebbero parte attiva in questa dimostrazione, la nostra riconoscenza. Particolarmente
a Mons. Saretta, che volle con un bellissimo Numero Unico intitolato: I Salesiani a S. Donà di Piave
far conoscere alla buona popolazione l'opera di D. Bosco e l'apostolato dei suoi figli. Nella lettera
con cui annunziava la venuta dei Salesiani, diceva ai suoi parrocchiani:
Fin dal primo istante i Salesiani devono sentire la simpatia, la benevolenza, il cuore
di S. Donà di Piave. Li accompagneremo all'Altare, per sciogliere l'inno della riconoscenza
e per invocare la benedizione del Signore sopra di loro e sopra i nostri figli».
I salesiani hanno sentito ciò nell'accoglienza del 24 settembre e sperano che la benedizione
del Signore e la benevolenza del popolo sandonatese li aiuteranno a esplicare con frutto la propria missione.
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Per due anni, sino al completamento della costruzione del nuovo Oratorio, i tre religiosi
vissero e operarono all'allora Orfanotrofio, l'attuale Casa Saretta,
dove rivolsero il loro intervento ai soli 80 ospiti maschi del collegio.
La nuova struttura (composta dal corpo centrale e dall’ala destra) venne
inaugurata il 21 settembre 1930 dal vescovo Andrea Longhin, vescovo di Treviso,
ma l’Oratorio avrebbe aperto le porte soltanto a novembre, il giorno di tutti i Santi.
Con i poveri mezzi a disposizione, il primo direttore della nuova opera, don Luigi Castellotti,
diede avvio a numerose attività associative e ricreative che riuscirono a dar vivacità
a un paese privo di risorse, a nutrire la fantasia e a educare i sogni di molti ragazzi.
L’Oratorio diventò ben presto la casa di tutti i Sandonatesi, perché tutti l’avevano
fortemente voluto e si erano spesi in vari modi per realizzarlo.
Direttori dell'Oratorio Don Bosco |
1. | Don Giovanetto Riccardo | 1927-1930 |
2. | Don Castellotti Luigi | 1930-1931 |
3. | Don Franck Alessandro | 1931-1933 |
4. | Don Del Favero Giuseppe | 1933-1936 |
5. | Don Benvenuti Luigi | 1936-1939 |
6. | Don Farina Angelo | 1939-1942 |
7. | Don Trivellato Domenico | 1942-1948 |
8. | Don Moretti Domenico | 1948-1955 |
9. | Don Zancanaro Giorgio | 1955-1961 |
10. | Don Feltrin Alessandro | 1961-1964 |
11. | Don Destro Cesare | 1964-1970 |
12. | Don Andreatti Ettore | 1970-1976 |
13. | Don Trevisan Alberto | 1976-1982 |
14. | Don Zanon Carlo | 1982-1984 |
15. | Don Bort Aldo | 1984-1986 |
16. | Don Busolin Piergiorgio | 1986-1992 |
17. | Don Colombo Germano | 1992-1998 |
18. | Don Peretti Enrico | 1998-2004 |
19. | Don Busana Carlo | 2004-2007 |
20. | Don Maschio Alberto | 2007-2013 |
21. | Don Gaetan Enrico | 2013- |
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Dopo la pausa dettata dalla guerra, l’opera acquistò nuovo splendore grazie al dinamismo di
un direttore straordinario, don Domenico Moretti, il quale, conquistato dalla vivacità del cortile,
definì l’Oratorio di San Donà “l’Oratorio più bello del mondo”.
Nel 1957, sull’onda della ripresa economica, i Salesiani, leggendo provvidenzialmente
i segni dei tempi, decisero di convertire la scuola privata in
Centro di Addestramento Professionale
avviando quattro reparti: Elettricisti installatori, Chimici industriali, Aggiustatori meccanici e Falegnami modellisti.
Negli anni Sessanta il cortile ritrovò nuovo vigore grazie a don Nicola Pelizzon,
che animò il divertimento coinvolgendo frotte di ragazzi nelle Olimpiadi di fine estate.
Tizio: All'oratorio Don Nicola Pelizzon faceva da arbitro per le partitelle reggendosi la tonaca con le mani e
spegneva la tv dei ragazzi quando c'erano le ballerine di danza classica.
Caio: Mi ricordo che don Nicola elargiva anche qualche bel ceffone a chi non teneva un comportamento idoneo e adeguato
al luogo. Posso dire con tutta sincerità che però non baratterei quegli anni con quelli attuali.
Sempronio: C'era anche don Giuseppe, che teneva una pallina in tasca, sempre pronto a scagliarla
contro chi diceva qualche parolaccia.
Nel tempo, l’Oratorio modellava la sua fisionomia continuando ad emergere per vitalità e ricchezza di proposte.
Fu completato l’abbraccio del cortile (1968) con la terza ala adibita a Centro scolastico,
Centro giovani e spogliatoi per gli sportivi,
La forte accelerazione impressa dagli anni Settanta apre l’Oratorio
a nuove prospettive: si consolidano le associazioni, che accolgono i giovani
di entrambi i sessi, e si promuove l’impegno missionario e sociale: oltre
al gruppo Uganda nasce il gruppo Mani Tese, appendice di Operazione Mato Grosso.
Come frutto del Cinquantesimo (1978) si avviano due attività che verranno premiate dalla
tradizione: la Settimana dell’Oratorio e la Proposta Estate Ragazzi (P.E.R).
Nello stesso anno la scuola, che da subito si è dotata di nuove strutture, cambia nome diventando
Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP Don Bosco.
Negli anni Ottanta si concretizzò la preziosa collaborazione degli adulti, che si intensificò
negli anni Novanta quando, per il decrescere del numero dei Salesiani, si chiuse la stagione
dell’Oratorio sempre aperto, senza interruzione, dal primo mattino a tarda serata.
Nel 1991 era stata ampliata la chiesa con la costruzione della cappellina delle confessioni.
A ridosso del terzo millennio (1999) prende avvio il progetto “Dopo la campanella”. Sorto grazie a una convenzione
con il Comune di San Donà (successivamente estesa ai Comuni limitrofi), diventa strumento privilegiato
per sostenere l’impegno e riempire i pomeriggi vuoti di tanti ragazzi che vengono coinvolti
in attività scolastiche e ludico-ricreative sotto il controllo vigile dei giovani operatori.
Nel 2007 il vecchio cortile polveroso, ricordo indelebile di tanti oratoriani della prima ora,
lasciò spazio al nuovo campo in erba sintetica che meglio si presta alle innumerevoli attività ed iniziative dell’oratorio.
Qui sopra: la sindaca Zaccariotto inaugura il nuovo campo.
L’investimento in tecnologia e innovazione (con i nuovi laboratori di automazione,
informatica e motoristico inaugurato nel 2013 dal Rettor Maggiore don Chávez)
documenta l’impegno dei Salesiani a rispondere in modo efficace alle sollecitazioni
di una società dinamica che richiede un’interazione sempre più profonda
tra il mondo del lavoro e quello della formazione.