Storia di San Donà
anche attraverso foto e cartoline
Il Ponte della Vittoria sul fiume Piave è il più antico ponte che attraversa
il fiume tra San Donà di Piave e Musile.
La SS14 che transita su di esso funge da collegamento principale
tra il comune di San Donà e quello di Musile.
La struttura attuale del ponte è costituita da quattro travate di acciaio indipendenti l'una dall'altra sostenute da tre piloni in muratura con fondazioni ad aria compressa. Il ponte è lungo 210 metri e largo circa 12 metri (compresa una pista per il transito di pedoni e biciclette su entrambi i lati del ponte). Tuttavia il ponte che oggi vediamo non è quello originale: durante la sua storia, ha subito infatti due ricostruzioni dovute alla sua distruzione nei conflitti della Prima e Seconda Guerra Mondiale; e ha cambiato anche nome; e colore. Ma ecco la sua storia. Il primo ponte in legno venne costruito nell'agosto
del 1876 ad opera della ditta Lazzaris-Wiel;
tuttavia un'alluvione del 1882 lo distrusse completamente.
1900
La stessa foto in una stampa del 1903
primi del '900: Villa Meh Peh, vicino al ponte
Nel 1902: saluti a tutti, vostro zio Virgilio
1907
Nel 1915: prima della battaglia
Durante la Prima Guerra Mondiale, in seguito alla sconfitta di Caporetto, l'esercito italiano si vide costretto a far saltare i ponti (quello stradale e quello ferroviario) in modo da impedire l'avanzata dell'esercito austro-ungarico. Per questo motivo, la ventesima compagnia minatori provvide alla loro demolizione: era il 9 novembre 1917. 1918: il ponte stradale distrutto
In attesa che venisse ricostruito
il ponte distrutto dalla guerra Nel 1920 iniziò la ricostruzione del ponte ad opera della ditta lombarda Badoni-Bellani-Benazzoli. Il costo complessivo si aggirò sui 4 milioni e mezzo di lire di cui 2 e mezzo finanziati dallo Stato. Al ponte venne anche dato un nome: "Emanuele Filiberto di Savoia", in onore del celebre duca d'Aosta. Il Ponte fu inaugurato il 12 novembre 1922. Presenti all'inaugurazione il Patriarca di Venezia, il sindaco di San Donà di Piave (l'ingegner Guido Guarinoni), e il Duca d’Aosta, in rappresentanza della famiglia reale.
Qui sopra due immagini (ahimè di pessima qualità) della copertina
de La Domenica del Corriere
che il celebre disegnatore Achille Beltrami dedicò all'evento.
Il numero (Num. 48) era quello della settimana del 26 novembre - 3 dicembre 1922, Anno XXIV.
Febbraio 1929: Piave ghiacciato
1932
1934: il ponte visto da Musile
1940 circa
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell'ottobre del 1944 il ponte
venne nuovamente distrutto da un bombardamento aereo angloamericano.
Furono abbattute due campate dalla parte di Musile.
1956
anni '60: il ponte visto da Musile. Prime foto a colori. Ma il ponte è grigio-ferro.
1972: vista dal ponte, tinto di verde.
Sul finire del secolo le due passerelle laterali, divenute troppo anguste per ilpassaggio di pedoni e ciclisti (questi ultimi da tempo ormai non si azzardavano più a imboccare la sempre più trafficata strada, di fatto riservata alle auto) furono allargate, includendo ciascuna una pista ciclabile. Negli anni 2000, il ponte subì un restauro cromatico curato dall'architetto italiano Ettore Sottsass. Destò scalpore la grossa cifra spesa per una soluzione che - seppur piacevole - non ha nulla di geniale. Ettore Sottsass - nel giustificare la ragguardevole parcella - motivò dicendo di aver colorato la struttura integrandola all’ambiente circostante del fiume. Sì, va beh. Un concorso tra i bambini delle elementari avrebbe prodotto risultati analoghi. 2014
Per non intralciare il traffico proveniente da Musile, per decenni fu vietata agli automobilisti la svolta a sinistra. Poi si trovò che una rotonda avrebbe potuto risolvere brillantemente il problema: gli spazi erano esigui, ma la si sperimentò. La rotonda provvisoria di Jersey davanti al ponte dalla parte di San Donà (oggi, 2019) aspetta ancora una soluzione definitiva. |
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