Storia di San Donà
anche attraverso foto e cartoline

Lo stadio di calcio "Verino Zanutto"

Lo stadio di calcio "Verino Zanutto" è intitolato a un ex giocatore del Calcio San Donà, successivamente membro della Resistenza locale, impiccato il 22 aprile 1945 a Meolo.

È uno degli edifici di più vecchia progettazione della città. La sua costruzione si inserì in un quadro ben più ampio dell'impiantistica sportiva dell'epoca fascista e grazie alla legge nr. 1580 del giugno 1928 che favoriva le costruzioni sportive: tale legge prevedeva per la costruzione dei nuovi impianti sportivi le stesse provvidenze previste per le opere igieniche e per l’edilizia scolastica. Proprio in base a queste nuove normative anche il Comune di San Donà si attivò attraverso il podestà (Costante Bortolotto) individuando un’area di oltre 15 mila metri quadri dove poter progettare il nuovo campo di calcio. Era quella l’area di via Pralongo, posta in prossimità sia del centro cittadino che della stazione ferroviaria. Era una zona dove nel dopoguerra si erano sviluppati molti insediamenti di baracche e che abbisognava ora di una giusta riqualificazione. Era lì dove si progettava di trasferire il Foro boario, cosa che poi non era stata fatta risultando l'area occupata dalle baracche.

Nella prima ipotesi si prevedeva di lasciare libera una fascia di terreno che costeggiava il tratto orizzontale di via Trento per destinarla alla costruzione di case popolari e di dare al campo sportivo direzione est-ovest.


Gli schizzi preparatori. Si prevede di lasciare libera la fascia di terreno che costeggiava il tratto orizzontale di via Trento per destinarla alla costruzione di case popolari e di dare al campo sportivo direzione est-ovest.

Per fare il campo sportivo nell’area che in origine destinata a foro boario e che invece era divenuta un “mathausen” bisognava dunque spostare le baracche che lì si erano insediate e mandar via i baraccati; che, incentivati dal dono della baracca (“purché provvedessero al suo trasporto a loro spese”) si spostarono soprattutto in tre direzioni; una parte in via Sabbioni, una parte in via San Lazzaro e una parte, il grosso di loro, nella località detta “del Forte 48” o semplicemente “al Forte” (Vedi su questo sito La storia delle baracche)

Il 1° novembre 1928 l’Ufficio Tecnico Comunale dichiarò che “il suolo comunale sito in località Pralongo può dirsi quasi sgombro delle baracche impiantatesi nel dopoguerra”; per lo sgombero delle baracche rimanenti fu elaborato un preventivo di spesa che ammontava a 10.000 lire.

Con la delibera del 6 novembre 1928 nr. 8299 fu dunque deciso lo stanziamento di lire 10.000 per “la sistemazione dell’appezzamento di terreno di proprietà comunale da adibirsi a Campo Sportivo Fascista.” Tale impianto sportivo avrebbe dovuto prevedere, oltre a un campo di calcio, anche una pista larga metri otto tutta attorno al campo, una tribuna e una palestra per l’atletica. Un progetto dunque molto ambizioso.


La prima bozza. Si prevede di occupare tutto lo spazio delimitato da via Trento. Al campo è data la più opportuna direzione nord-sud.

Il 4 marzo 1929 il podestà risponde al Presidente dell’Ente Sportivo Provinciale Fascista che

il nostro campo sportivo comunale è ancora in progetto e non si potranno iniziare i lavori che fra qualche mese, fino a quando cioè non resterà completamente sgombro il terreno dalle baracche rimaste.
È cambiata nel frattempo l’orientazione del campo, secondo la più opportuna direttrice nord-sud. Non si prevede più dunque di occupare la fascia nord per destinarla a case popolari e anzi si prevede di occupare tutto il terreno delimitato da via Trento.


L’ingresso.

Nel progetto elaborato dal tecnico comunale Carloni (26 marzo 1929) è previsto per il “Campo Sportivo del Littorio” un ingresso decisamente appariscente. Sui pilastri che reggono l’arco in ferro con la scritta Campo Sportivo del Littorio sarà segnato l’anno progressivo della magnifica (vabbè, soprassediamo) Era Fascista (“A” su un pilastro, “VII” sull’altro)

La spesa inizialmente prevista era di 10.000 lire.

Lo stadio si trovava (e tuttora si trova) nella zona centrale della città (è ubicato in via Pralungo, 20) e, come spesso accadeva all’epoca, in prossimità della stazione ferroviaria.
Nel progetto definitivo si prevedeva di destinare alle case popolari la fascia est.


Il progetto definitivo. Ora è previsto di destinare la fascia orientale del lotto alla costruzione di case popolari (effettivamente realizzate e tuttora esistenti)

Con la delibera del 27 maggio 1929 fu approvato il definitivo piano progettuale relativo allo stadio ideato dall’ufficio tecnico comunale, per la realizzazione del quale ovviamente non sarebbero bastate le preventivate 10.000 lire, così che si provvide a incrementare lo stanziamento di ulteriori 30.000 lire, affidandone i lavori alla Ditta Barbato Dante.
Era però sempre necessario spostare le baracche che occupavano la zona.
A metà ottobre cominciò il censimento delle famiglie e loro componenti che ancora abitavano in località Mathausen (e non erano poche). Ci si procurano gli elenchi disponibili a quel momento (Vedi su questo sito la “Storia delle Baracche”).
Il 22 ottobre 1929, con i numeri in mano, l’Ufficio Tecnico del Comune poteva modificare il progetto di costruzione Campo Sportivo Comunale. Lo sgombero delle baracche costerà 6.600 lire, mentre per lo spianamento sommario del terreno e lo scavo di terra per la fondazione del muro di cinta del campo sono previste altre 291 lire.
Portate via le baracche e spianata l’area, i lavori per la costruzione dello stadio procedettero molto celermente tant’è che il campo di gioco fu disponibile sin dal dicembre 1929 allorquando la vera avventura agonistica dell’A.C. San Donà ebbe inizio. Solo successivamente fu costruita anche la tribuna, i cui lavori progettati dal geometra Guido Dal Bo vennero inseriti in una più larga riqualificazione della zona che avrebbe previsto pure la costruzione della Casa Balilla e di un complesso scolastico.

L’inaugurazione avvenne l’8 dicembre 1929 alla presenza delle autorità cittadine, in tempo per ospitare le prime gare ufficiali in campionato dell’A.C. San Donà. Così i giornali dell’epoca raccontarono l’inaugurazione dello stadio «Zanutto», una giornata rimasta nella storia dello sport sandonatese. Alla guida di San Donà c’era il podestà Costante Bortolotto.

«Formatosi il corteo con in testa la banda cittadina, tutte le autorità e le associazioni sotto una pioggia dirotta si recano al campo sportivo dove parlano il segretario politico, comm. De Faveri, e il segretario federale, illustrando l’importanza dell’opera e lo scopo di essa, dove la nuova gioventù italica deve addestrarsi per essere forte e sana. Alla fine dei discorsi il segretario politico taglia il simbolico tricolore».

Resoconto economico della costruzione

MUNICIPIO DI SAN DONA’ DI PIAVE
UFFICIO TECNICO

Lavori di costruzione del campo sportivo

Relazione sul conto finale

Progetti: con progetto in data 1/11/1928 fu preavvisata una spesa di £: 10.000 per la preparazione del terreno destinato a campo sportivo. Detto progetto fu approvato con deliberazione Podestarile 6/11/1928 N 26.640 Div. IIa ;
Con altro progetto in data 26/4/1929 (adottato con delibera podestarile 27/5/1929 N 3915 e successiva, approvata quest'ultima dalla G.P.A. il 3/2/1930 N. 6528 Div. IIa) fu preventivata una spesa globale di £: 40.000 comprendente, oltre i lavori di cui al.1° progetto in £. 10.000, tutti gli altri occorrenti per la costruzione del campo sportivo.

Contratti: In data 19/10/1929 N. 128 rep.o Ho stipulato contratto con l'impresa Barbato Fioravante per l'appalto dei lavori di cui al 1° progetto di £ 10.000, il quale contratto riportò l'approvazione prefettizia in data 14/12/1929 N 21.342 Div. IIa.
Con successivo contratto in data 12/5/1930 N. 175 rep.o, approvato dalla R. Prefettura il 20/5/1930 N. 9738 Div. IIa, venne accollata alla medesima impresa la rimanenza dei lavori compresi nel 2° progetto.

Esecuzione lavori: I lavori vennero in effetti eseguiti parte in appalto, a mezzo della predetta impresa, e parte in economia. Il materiale occorso per la esecuzione di quest'ultima è stato fornito da ditte locali.

Durata dei lavori: I lavori sono stati eseguiti a più riprese a causa delle varie disposizioni emanate dall'amministrazione e dalle autorità superiori in merito alla costruzione di Campi Sportivi. il periodo complessivo impiegato dall'impresa per la esecuzione non ha, però, superato quello stabilito dai contratti.
L’impresa ha ottemperato, il tempo utile e conformi alle disposizioni avute, ai suoi obblighi contrattuali.

Acconti corrisposti: gli acconti corrisposti all'impresa ascendono a £.15.000 e cioè £.5000 come da certificato in data 17/12/1929 e £ 10.000 come da certificato in data 18 giugno 1930.

Liquidazione lavori
A) in appalto: come da liquidazione finale in data 21/8/1930 a favore dell'Impresa Barbato Dante per - - - - - £. 35.230.00
B) lavori in economia
a) Paga operai (come da liste paga
in data 15/11/29 e 28/11/29) - - - - - - £. 4.595,00
b) Fornitura materiali della
- - - Ditta Picchetti Enrico il 24/12/29 - - £. 150,00
- - - Ditta Picchetti Enrico - - - - - - - - - £. 300,00
- - - Ditta Peretti e Polita 24/1/30 - - - - £. 700,00
- - - Ditta Rossi Luigi 31/12/29 - - - - - £. 2.600,00
- - - Ditta Bressanin Alessandro - - - - - £. 250,00
- - - - - - - - - Complessivamente - - - £. 43.825,00

Aumento spesa: si è verificato un supero di £. 3.825 sulla spesa prevista di £. 40.000, per il fatto che mentre nei progetti si era stabilito di provvedere alla costruzione del Campo nella sua struttura principale, invece, essendosi voluto poi allestire il medesimo per iniziare senz’altro le gare ginnastiche di vario genere preparate per l’inaugurazione, è venuta la necessità di curarne anche l’attrezzatura (recinti interni, divisioni ecc.). Quest’ultimi lavori, eseguiti in economia col materiale fornito dalle varie Ditte, hanno appunto fatto ascendere la spesa alla cifra globale di cui sopra.
San Donà 23 Agosto 1930 VIII.

IL TECNICO COMUNALE
Carloni

Lo stadio “Verino Zanutto”

Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che lo stadio venne intitolato alla memoria di Verino Zanutto, ex giocatore e partigiano, fucilato il 22 aprile 1945.

Da allora e per ottant'anni lo stadio Zanutto è stato il palcoscenico del calcio cittadino.
Sono cambiati il nome della squadra e le categorie: tanta D, ma anche serie C, fino alla C1 del 1999/2000 (dal 1994 al 2000 il San Donà ha partecipato ai campionati professionistici di C2 e C1).
Sulla sua erba hanno tirato i primi calci giocatori che poi sono diventati protagonisti in serie A: da Guerrino Striuli, portiere della Triestina negli anni Quaranta, ad Arturo Silvestri (Milan); da Giovanni Perissinotto (Roma) ad Angelo Cereser (Torino) fino ai più recenti Bazzani e Mayer.

Anche il volto dello stadio è cambiato radicalmente: dai gradoni di una tribunetta contornata da un terrapieno si è arrivati alla costruzione di un impianto in grado di ospitare 4 mila persone.

Da sempre risulta coperta solo la tribuna centrale, sul lato di via Pralungo (e unica tribuna esistente).

Nel periodo in cui il San Donà militava nelle serie professionistiche fu anche necessario procedere (era il 1997) a una ristrutturazione, con consolidamento delle "poltrone" popolari.

Sopra, le tribune coperte, sul lato di via Pralungo; sotto, le "poltrone" della curva Sud; alle spalle il Palazzone dell'INPS.

Le dimensioni del terreno di gioco sono di 105 x 64 m

Più volte fu proposto di demolire lo stadio Zanutto per ricostruirne uno nuovo, più moderno e più efficiente, nella zona nord del comune e per costruire nell'area dello stadio attuale una nuova zona residenziale, ma la proposta si scontrò ripetutamente con la volontà della società e dei cittadini che consideravano questo stadio un fondamento storico della città.

Poi però finalmente si giunse alla costruzione di uno stadio più moderno in zona nord, in zona Mussetta, il Calcio San Donà ebbe la sua nuova casa nell’impianto «Davanzo» e lo stadio «Zanutto» si preparò alla vendita.

Sotto l'amministrazione Cereser sembrò che l'area dovesse diventare un “quartiere di comunità” ovvero uno dei punti qualificanti per lo sviluppo di San Donà, inteso come riorganizzazione degli spazi urbani e di relazione. L’ipotesi progettuale prevedeva la pianificazione di una nuova zona residenziale, in un’area di circa 20 mila metri quadrati. Il bando per il “quartiere di comunità” fu pronto nel 2018, il sindaco Andrea Cereser spiegò che «dalla valorizzazione di questa area saranno tratte le risorse per realizzare il nuovo stadio nella cittadella sportiva, che comprende la sistemazione del campo di gioco principale e un nuovo campo dei allenamento».
Il nuovo quartiere in via Pralungo avrebbe dovuto comprendere spazi accessibili con facilità e ambienti intesi a favorire le relazioni sociali, mettendo insieme abitazioni per tutte le età...

Con l'amministrazione Teso, il progetto del “quartiere di comunità” fece la stessa fine della “Cantina dei Talenti” (ex Cantina Sociale), ovvero fu cancellato dalla programmazione perché ritenuto troppo dispendioso.