Toponomastica della Resistenza nel Sandonatese

Agli eroi della Resistenza sandonatese, appena finita la guerra, furono dedicate le vie e le piazze principali di San Donà.

Via Maggiore, poi via Vittorio Emanuele, poi via Roma, divenne Corso Silvio Trentin
Il foro Boario divenne Piazza Attilio Rizzo La via di fianco al duomo, dal lungo prospetto e dalle larghe dimensioni, che si era chiamata via XX settembre a cavallo tra XIX e XX secolo ed era divenuta via Italo Balbo in epoca fascista, fu intitolata ai XIII martiri. (Clicca QUI per la pagina monografica sulla storia dei 13 Martiri)

Clicca sopra la mappa per ingrandirla.

UN POSSIBILE PERCORSO CICLISTICO

sulle tracce
dei 13 MARTIRI - dei MARTIRI DI PRAMAGGIORE - dei MARTIRI della STAZIONE

IL TOUR DEI 13 MARTIRI

inizia ovviamente da via XIII Martiri. Ma per ragioni di economia di chilometri inseriamo all’inizio il

TOUR DEI MARTIRI DI PRAMAGGIORE

Via Flavio Stefani è la prima laterale sinistra di via XIII martiri: si va e si torna, e si attraversa via XIII Martiri imboccando via Bonifica, subito a sinistra per via Cian fino a via Don Bosco, si gira a destra fino a sbucare in via XXV aprile; si gira a sinistra: oltre il semaforo si è in via Giodo Bortolazzi; la percorriamo tutta, fino alla rotonda piatta con via Carbonera, che imbocchiamo svoltando a sinistra; andiamo fino al semaforo; oltre il semaforo è via Casimiro Zanin, che termina su via Carrozzani.

Da via Carrozzani potremmo tornare indietro fino a via Biancotto e cominciare il giro dei XIII Martiri. Via Primo Biancotto (ucciso nell’aprile del 1945, fratello di Francesco, il più giovane dei 13 martiri, cui non risulta quindi dedicata alcuna via) sbuca davanti all’ospedale, in via Nazario Sauro, che imbocchiamo svoltando a sinistra. Arriviamo fino a vedere via Stefani dalla parte opposta…

Inseriamo a questo punto il

TOUR DEI MARTIRI DELLA STAZIONE

Imbocchiamo via Brusade e arriviamo fino a via Bruno Balliana, sulla sinistra (è l’unico del gruppo dei Martiri della stazione cui sia stata dedicata una via in San Donà), la percorriamo tutta, torniamo per via Pralungo, fino a girare a destra e imboccare via Puccini che dopo aver attraversato via Ereditari diventa via Venezia, dove, davanti alla farmacia Comunale (nello stabile sorto al posto delle scuole di via Venezia), c’è il cippo dei Martiri della stazione (che sono il conte Gustavo Badini, Angelo Bonfante, Giuseppe Scardellato, Bruno Balliana; mentre riuscì a salvarsi Bruno Bonfante; e chi di loro è “il figlio di Sciabola”, come lo chiama don Saretta? Attendo lumi). A nessuno degli altri martiri è stata dedicata una via. A Badini, che era di Zenson, è stata dedicata la via principale di Zenson.

Siamo su via Garibaldi, e andiamo verso Noventa; passiamo sotto la ferrovia; arriviamo (poco prima della rotonda a fagiolo di Mussetta) alla strana giunzione sulla destra con la curva di una strada che tange la nostra e imbocchiamo via Tommaseo: la prima a sinistra è via Venceslao Nardean; è corta, la percorriamo, e sbuchiamo sul retro della chiesa di Mussetta; andiamo alla rotonda a fagiolo e prendiamo via Noventa.

La prima via sulla destra dopo la grande rotonda di Noventa è via Attilio Basso. La percorriamo tutta (si passa anche davanti alla casa di Moira Orfei, tanto per fare un po’ di circo) e alla fine si gira a sinistra per via Mussetta Di Sopra, che sbuca in via Gondulmera, e prendiamo quest’ultima girando a destra. Si passa sotto la bretella Sandonà–Noventa, si passa sopra il canale Tessere e la prima a sinistra appena passato il canale è via Violante Momesso. Siamo nel punto più a nord del nostro percorso. Abbiamo percorso neanche 10 km.

Da via Violante Momesso ritorniamo sulla via Gondulmera e la proseguiamo (sempre dritti) per via Madonnetta e via Grassaga; quest’ultima, dopo la curva a 90° verso destra, costeggia il canale Grassaga; giungiamo in centro a Grassaga; qui giriamo a sinistra (cioè attraversiamo il canale) e giriamo subito a destra (è sempre via Grassaga, e costeggia sempre il canale, ma dall’altra parte) e sbuchiamo in via Formighè, che imbocchiamo girando a destra; seguiamo tutta via Formighè che (attraversata via Calvecchia) diventa via Fossà; facciamo tutta via Fossà, pressoché rettilinea, che rimane via Fossà quando all’incrocio gira a destra, e invece diventa via Angelo Gressani andando dritti.

Ritornati su via Fossà, andiamo verso il centro di San Donà; appena superato il canale Grassaga, la strada a sinistra è via Gustavo Levorin.

Anche qui andiamo e torniamo indietro, all’innesto (a destra è via Fossà, a sinistra è via Fornace) prendiamo via Fornace e arriviamo in centro a Fiorentina, attraversiamo via Calnova, prendiamo via Guido Rossa (martire delle BR), che dopo 50 mt. si biforca, prendiamo a destra e sbuchiamo in via Fornetto, che imbocchiamo girando a sinistra; la prima a destra è via Giovanni Felisati; questa volta la percorriamo tutta, giungiamo alla Bretella e prendiamo la stradina a sinistra prima della bretella: siamo in via Giovanni Tronco. La percorriamo quasi tutta costeggiando la bretella (alla sinistra abbiamo il depuratore), e laddove la strada gira a sinistra noi giriamo a destra, passando sotto la bretella, giungendo in via Trezza, che percorriamo tutta finché essa muore su via Bassa Isiata.

Da qui facciamo una deviazione verso destra perché dopo 1 km, sulla sinistra c’è via Giovanni Tamai. Ritorniamo indietro per via Bassa Isiata, passiamo sotto la bretella e giriamo alla prima a destra (via Combattenti Alleati); la prima a destra è via Enzo Gusso. Ritorniamo in via Combattenti Alleati, ne percorriamo qualche centinaio di metri e poco prima che la strada giri a destra prendiamo sulla sinistra lo stradone di campo che corre parallelo alla strada dell’argine: arriviamo a Palazzetto, alla curva di via Macchine: andiamo dritti, entrando in via Macchine e giriamo a destra per via Pietro Sepulcri: la prima a sinistra è via Stefano Bertazzolo.

Adesso ci tocca un pezzo fastidioso e pericoloso: l’attraversamento del Piave sul ponte dei Granatieri, senza pista ciclabile. Arriviamo fino alla tremenda trafficata rotonda e giriamo a destra, nell’altrettanto trafficata e pericolosa via Armellina. Fatto un chilometro (appena superata via Bari cavadi) sulla sinistra c’è via Amedeo Peruch.

Tornati all’inizio della via, attraversiamo via Armellina e siamo in Calle dell’orso, che bella dritta sbuca presso il centro di Chiesanuova; prendiamo via Chiesanuova verso San Donà; appena fatta la curva e poi la rotonda davanti al bar (a destra si andrebbe in direzione di Ca’ Pirami, ma noi andiamo dritti), dopo qualche decina di metri la prima a destra è via Ernesto D’Andrea (al quale è dedicata una via anche a Musile, in zona Villaggio al Bosco).

Ritornati all’inizio della via e ripresa via Chiesanuova, si sale all’argine e si arriva al Ponte della Vittoria (volendo, all’Intestadura si può scendere alla pista ciclabile che corre lungo il fiume) e di qui al centro, fino a via XIII Martiri.

A cura di Carlo Dariol