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Il secondo dopoguerra![]() Regime odioso nei suoi atti e nei suoi personaggi, talvolta galantuomini ma imbevuti di retorica violenta e d'un ciarpame ideologico ributtante, più spesso figuri biechi, cialtroni e ignoranti, illiberali, macchiette di un sistema ingiusto, profondamente ingiusto, fu naturale tentare di liberarsi non solo di loro ma di tutte le vestigia che il regime aveva lasciato in città. Onore agli eroi della Resistenza. DefascistizzazioneCon delibera n.° 106 Via Roma fu immediatamente intitolata a Silvio Trentin. Il Sindaco espone che un apposito Comitato costituitosi su iniziativa della Direzione del Partito d'Azione nell'intento di onorare la memoria del concittadino prof. Silvio Trentin, esimio cultore del diritto amministrativo e purissimo assetore e combattente della causa della liberazione, ha proposto che la via principale di questo centro, denominata via Roma, compresa tra la Piazzetta Trevisan ed il ponte monumentale sul Piave, sia a lui dedicata con una pubblica manifestazione che avrà luogo il 23 corrente mese. Delibera n.° 107: ridenominazione del Liceo Scientifico Il Sindacò dà lettura della lettera 20 agosto 1945 n. 1947 del Preside del Liceo Scientifivo del seguente tenore: Con delibera n.° 151 la Giunta Comunale "nell'intento di eliminare dalla toponomastica stradale nomi di personaggi non più tollerabili dal regime democratico e di denominare ex novo tratti di strada tuttora anonimi, deliber[ò] di affidare ad una apposita Commissione - che costitu[ì] coi membri della Giunta: Ing. Ennio Contri, acc. Janna Alessandro, geom. Roma Giuseppe - l'incarico di cui trattasi con invito di attuare gli opportuni accertamenti e di riferire alla stessa entro il più breve termine." Lettera del Partito d'Azione al sindaco: "E' venuto a conoscenza di questo Comitato per le onoranze a Trentin che la deliberazione della Giunta aveva stabilito di tramutare la Via Roma in "Via Silvio Trentin" intendendo con questo di mantenere la Via Vittorio Emanuele, vale a dire quel tratto di corso che va dal Palazzo Roma sino in fondo da De Faveri. Nella seduta del 19 ottobre 1945
il Sindaco si dichiarò "favorevole a sanzionare il fatto compiuto non ostandovi a suo modo di vedere,
difficoltà tecniche perché il secondo tratto della principale arteria del Comune (Via Vittorio Emanuele)
si fregi, come il primo tratto, già Via Roma, del nome illustre di
Silvio Trentin, strenuo assertore
della causa della libertà.
La Giunta, con Delibera n.° 154, deliberò quindi il cambiamento di nome anche del secondo tratto e di intitolare pure esso a Silvio Trentin. Nel corso della medesima seduta il Sindacò riferì che il Comitato per le onoranze al patriota Attilio Rizzo - il quale per mantenere fede al suo ideale di libertà e di lotta a tutta oltranza contro il regime nazi-fascista, subì le più spietate persecuzioni e fece olocausto della sua vita nel famigerato campo di Mauthause - [aveva] proposto di intitolare col nome del martire la Piazza Foro Boario. Con Delibera n.° 155 la Giunta intitolò dunque Piazza Foro Boario ad Attilio Rizzo. Il sindaco fece poi presente la necessità - intesa come dovere civico - che venga dedicata al nome di Giovanni Baron il quale condivise con Attilio Rizzo le persecuzioni nazi-fasciste e subì come lui l'internamento in Germania sacrificando la propria vita negli orrori del campo di concentramento di Mauthausen, una via cittadina la quale, in base alle proposte conformemente formulate dall'Ing. Ennio Contri a nome della Commissione Comunale per la revisione della toponomastica stradale, non può essere che quella denominata Viale della Stazione, nella quale egli ebbe la sua abitazione ed a preferenza di ogni altra è qualificata per portarne imperituramente il ricordo. E ancora una volta senza discussione e all'unanimità (Delibera n.° 156) la Giunta deliberò di intitolare il Viale della stazione a Giovanni Baron. Il sindaco fece poi presente la necessità in accoglimento di analoga proposta formulata dal Presidente del C.L.N., che assiste alla seduta, di dedicare una importante arteria stradale al nome dei Tredici Martiri di Ca' Giustinian. Pertanto (Delibera n.° 157) la Giunta deliberò di intitolare Viale XX Settembre ai Tredici Martiri e di trasferire questa denominazione al Viale Regina Margherita. Qualche settimana dopo, il 23 novembre 1945, su invito della Prefettura di Venezia, la Giunta fu invitata ad adottare con due delibere distinte i due ultimi provvedimenti di ridenominazione, dovendo il primo ottenere l'avallo del Ministero degli Interni; e così la Giunta fece (Delibera n.° 206 e Delibera n.° 207). 1946Ridenominazione delle strade cittadineL'8 marzo 1946, alle 14, nella residenza municipale, si riunì la Giunta comunale.Erano presenti il sindaco Feruglio geom. Beniamino, Avon Emilio, Battistella Pietro, Botter Alfeo, Contri ing. Ennio, Janna avv. Alessandro, Nisio Giovanni, Roma geom. Giuseppe, Rosino Angelo, Rossi Gino, Zanutto Emilio. Poiché il Comune, in vista di censimenti straordinari di carattere economico e demografico, veniva invitato ad aggiornare la toponomastica locale in conformità alle istruzioni ricevute, sulla base delle proposte presentate dalla apposita commissione, con la delibera n.° 110 così procedeva a ridenominare: |
Denominazione attuale | da | a | Denominazione da adottare | |
1 | Via Calnova | Località Forte | Osteria Quintavalle | CARLO VIZZOTTO (internato in Germania, fuggito. Partigiano, morto in combattimento nell'aprile 1945) |
2 | Via Calvecchia | Località Forte | Canale Falesè | LUIGI CARROZZANI (fucilato dai nazifascisti il 2 aprile 1945) |
3 | Via Code | Incrocio con Via Eraclea | Incrocio con Via Carbonera | GIODO BORTOLAZZI (Partigiano impiccato a Pramaggiore il 27/11/1944) |
4 | Parte di Via Garibaldi | Via Gorizia | Via Garibaldi | LUIGI GUERRATO (Partigiano morto in combattimento a S. Donà di Piave il 28/4/1945) |
5 | Via Calvecchietta I^ strada
(gruppo case popolari) | Via Nazario Sauro | Via Calvecchia | PRIMO BIANCOTTO (impiccato a Meolo il 22/4/1945) |
6 | Via Calvecchietta 2^ strada | Via Nazario Sauro | Via Calvecchia | ERMINIO ZANE (Partigiano R. Garibaldi-Bosnia 1/6/1944) |
7 | Parte di Via Eraclea | Via XX Settembre | Via Nazario Sauro | VERINO ZANUTTO (impiccato a Meolo il 22/4/1945) |
8 | Parte di Via XX settembre | Casa Borga Giov. | Via Nazario Sauro | ANTONIO FERRO (partigiano morto in combattimento a S. Donà il 28/4/1945) |
9 | Parte di Via Carbonera | Via Calnova | Via Calvecchia | CASIMIRO ZANIN (Partigiano impiccato a Pramaggiore il 27/11/1944) |
10 | Via Foro Boario | Piazza A. Rizzo | Via Eraclea | VIA 28 APRILE |
11 | Parte di Via Bonifica | Via XX Settembre | Via Nazario Sauro | FLAVIO STEFANI (Partigiano impiccato a Pramaggiore il 27/11/1944) |
12 | Via Dietro la Caserma | Via Eraclea | Via Carbonera | ESTERINO DALLA FRANCESCA |
13 | Parte di Via Jesolo e parte di Via Fiume | Ponte stradale sul Piave | Sottopasso della frazione Mussetta | LUNGOPIAVE SUPERIORE |
14 | Via Piave | Ponte stradale sul Piave | Altezza di Via Carbonera | LUNGOPIAVE INFERIORE |
Su proposta del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi,
«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946
è dichiarato festa nazionale»
(articolo 1 del decreto legislativo luogotenenziale n. 185 del 22 aprile 1946).
La festa nazionale italiana del 25 aprile sarebbe stata poi celebrata anche negli anni successivi e dal 1949 sarebbe divenuta ufficialmente festa nazionale. Per l'impegno dimostrato nella lotta di liberazione dal nazi-fascismo alla città di San Donà è stata assegnata la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Il referendum Monarchia-Repubblica del 2 giugno 1946San Donà si pronuncia in grande maggioranza per la Repubblica. Contestualmente al Referendum si sono tenute le elezioni per la Costituente. San Donà si dimostrò "Feudo" della Democrazia Cristiana. E tale sarebbe rimasto per tutta la Prima Repubblica.(Clicca QUI per i risultati in dettaglio delle votazioni) Così si presentavano gli scorci più noti del centro città.
1947
Viene fondato il convento delle suore del Cuore Immacolato di MariaIl convento delle suore del Cuore Immacolato di Maria di San Donà di Piave fu fondato
nel 1947 dalla badessa Maria Pascher, che diverrà poi madre Amata.
La suora era figlia di un soldato ungherese e di madre italiana
e, secondo le voci che correvano in paese, sarebbe arrivata a San Donà da Vienna
in abiti civili mentre, come avrebbe poi riferito lei stessa anni dopo ai giornalisti
nel corso delle numerose interviste rilasciate, aveva precedentemente trascorso
ventiquattro anni di vita claustrale. Secondo quanto avrebbe raccontato,
in gioventù, nella caserma di suo padre, allora colonnello, alcuni soldati le avrebbero
usato violenza e, in seguito a questo episodio, aveva
deciso di dedicarsi alla vita monacale. Arrivata a San Donà, la Pascher si rivolse
all’arciprete Monsignor Saretta e ottenne da lui il permesso di installarsi
in un edificio di cinque stanze con annessa una piccola cappella,
complesso che una pia signora del luogo aveva lasciato in eredità alla parrocchia.
Qualche mese dopo, grazie alla collaborazione dell’arciprete e all’aiuto delle
suore che nel frattempo si erano unite alla madre superiora, poterono iniziare
i lavori per l’ampliamento dello stabile e la costruzione di una nuova ala
in grado di ospitare le celle singole.
1948Le elezioni del 18 aprile 1948
1949
19501951Elezioni amministrative comunaliSi rinnova il Consiglio Comunale, e risultano eletti:
Nell'area del distrutto Teatro Verdi è costruito il Cinema-Teatro Astra.
Al continuo stillicidio dell'emigrazione si sostituisce un esodo massiccio: parecchie famiglie lasciano San Donà dirette in Brasile ove nello stato di San Paolo, nel distretto della città di Assis, nasce a Pedrinhas un insediamento agricolo completamente italiano. 1952San Donà, con decreto del Presidente della Repubblica, viene insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare. Viene ultimata la costruzione del nuovo Ospedale Civile, in via Nazario Sauro. Celeste Bastianetto si dimette da Sindaco per motivi di salute; diviene primo cittadino Antonio Spada. La ricostituita Società Ciclistica U.C. Basso Piave - Gigi Turchetto organizza la prima edizione del Giro dei Tre Ponti, manifestazione destinata a diventare una delle classiche a livello nazionale del ciclismo dilettantistico. L'A.C. San Donà, che da anni milita in serie C (memorabili i derby con la Mestrina), retrocede tra le formazioni dilettantistiche. 1953Muore Celeste Bastianetto (Clicca QUI per la sua biografia)
1954Prime elezioni canoniche nel convento di clausura. Dal 1948 al 1954 la badessa del Convento di clausura, madre Amata, al secolo Maria Pascher, aveva retto il convento di clausura in grazia della nomina ricevuta a Vienna ma, in virtù del processo di trasformazione in atto in molti conventi italiani, nel 1954 ebbero luogo le prime elezioni canoniche: le suore depositarono il loro voto nell’urna e Maria Pascher fu eletta all'unanimità; l’unico voto che mancava era proprio il suo. 1955
Gli spazi al pianterreno del palazzo del Municipio non bastavano più per gli uffici postali. Fu costruito il nuovo palazzo delle Poste e Telegrafi in Piazza Rizzo.
1956Elezioni amministrative comunali del 1956Si rinnovò il Consiglio Comunale, e risultarono eletti:
L'ufficio Postale, sinora posto al piano terra del palazzo municipale, si trasferì nel nuovo edificio costruito ad hoc in Piazza Rizzo. La S.A.D.E. (Società Adriatica Di Ellettricità) ha quasi completato gli allacciamenti alla linea elettrica nel centro urbano sicché la maggior parte delle abitazioni può usufruirne per illuminazione e forza motrice. Sono invece ancora "al buio" le frazioni. A Grassaga fu eretto un moderno edificio destinato a sostituire il vecchio fabbricato, ormai fatiscente, delle scuole elementari. La viabilità del centro migliorò grazie all'asfaltatura di Piazzale Don Bosco, del Viale della Libertà, e di un gruppo di vie: Baron, Bonifica, Bortolazzi, Camposanto, Carozzani, Eraclea, Ereditari, Marconi, Pralungo, Sabbioni, Sauro, Stefani e Trento. Per l'intenso rigore invernale il Piave ghiacciò. Venne ultimata la chiesa in Fiorentina.
Conversazione colta in Facebook sugli Anni '50 Paolo: Si vede l'UNICA sulla destra.
Marino: Me piase, sua sinistra, vedar el paeaz de Boscaro [Bressanin]; co podee, ndee a vedar 'a vetrina
coi s-ciopi e 'e pistoe, e sognée. E in fianco é el rosegot co 'a botega del frutariol. Da drio, l'antena vecia de 'a SIP...
e el semaforo picà al fil, sora 'l incrocio.
Sulla sinistra si vede la TRATTORIA AL PONTE, che - dice Enrico Casonato - per un certo periodo fu gestita da suo nonno. Il lato dell'edificio che non dava sulla rampa (e che si vedrebbe se l'inquadratura della cartolina fosse più larga) dava, un piano sotto, su di una stradina a lato della rampa stessa: era LA CASA DEL GOMMISTA; lì lungo la stradina c'era anche EL STAEO DEE BICI, dove si lasciava la bici il giorno di mercato. [L'edifico non esite più.] 1957
1958
Quaresima del 1958: don Mazzolari a San DonàDon Primo Mazzolari era già stato a San Donà nel 1919. Vi ritornò durante la quaresima del 1958, per una Missione al popolo. Con lui arrivarono anche altri sacerdoti ‘missionari’, per predicare in centro e nelle frazioni. A Mazzolari fu assegnato il centro, con prediche giornaliere rivolte agli uomini. Si trova traccia della sua presenza nel ‘foglietto parrocchiale’, conservato nell’archivio del duomo, dove assieme al programma veniva comunicato anche l’elenco dei sacerdoti chiamati per “la grande missione”. In quel periodo mons. Saretta era costretto a letto da un malessere che non gli permetteva di partecipare alle prediche e alle funzioni. Tuttavia nelle pagine del foglietto settimanale egli faceva stampare un regolare resoconto dell’avvenimento, con una valutazione finale molto positiva. Purtroppo non sono riportate parole o apprezzamenti particolari sull’operato di don Mazzolari, ma ci piace ricordarlo nel cinquantesimo anniversario della sua morte, rievocando il complimento che gli rivolse papa Giovanni XXIII, pochi giorni dopo la sua elezione, definendolo “la tromba dello Spirito Santo nella pianura padana”. I nostri anziani raccontano con soddisfazione che mons. Saretta amava chiamare in parrocchia di tanto in tanto i migliori oratori del momento.1959
1960
Via Battisti
Indagini nel convento delle suore di clausura. Fin dalla sua nascita il convento era stato retto da suor Maria Pascher. Nel 1957 la badessa era stata riconfermata nel suo ruolo, ma a partire dal 1960 la Santa Sede sospese le elezioni canoniche. Negli ultimi anni le suore avevano ricevuto tre visite apostoliche: nel 1955 da Monsignor Egidio Negrin, vescovo di Treviso, nel gennaio del 1959 da Monsignor Marcovaldi salesiano e nel 1960 da padre Modesto Bortoli da Grottaferrata, inviato da Roma. In occasione delle visite le suore furono interrogate separatamente: dalle interviste emersero velate accuse nei confronti della badessa. Si disse che minacciava le suore con il coltello, che le bastonasse con uno spazzolone e che addirittura le calpestasse. Si giustificherà la badessa: “In realtà avevo somministrato solamente qualche schiaffo per punire piccole disobbedienze, nessuno mi accusò mai apertamente. Sono andata a Roma a chiedere udienza da un cardinale, poi da un altro… poi alla fine il Vaticano mi invitò a trasferirmi a Trieste per attendere alla costruzione di quella casa ora rimasta a metà. Obbedii e il 12 aprile [ma siamo già nel 1961] lasciai il convento diretta a Trieste, il primo luglio successivo andai in America a Cleveland in una casa dell’ordine. Mi dissero che non avrei dovuto corrispondere con le mie suore. Mi raggiunse il 14 settembre un telegramma: le suore avevano ricevuto un ordine perentorio: o diventare clarisse e aspettare l'arrivo della nuova madre superiora o lasciare il convento.” Ma abbiamo già sforato con l'anno, e il seguito della storia è rinviato alla pagina successiva.
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